Mons. Gervasoni ha decretato le nuove nomine

L’inizio del nuovo anno pastorale segna, per tradizione ormai consolidata, anche il passaggio di consegne alla guida delle Comunità parrocchiali, secondo quel criterio di “mobilità” introdotto dalla moderna revisione dell’attività ministeriali. Volti e storie, quelli dei pastori e del loro gregge, che si intrecciano con tutta la fatica di “lasciarsi” e il carico di entusiasmo per un cammino che inizia. In questo settembre 2023 sono quattro i presbiteri interessati dalle decisioni prese dal Vescovo Maurizio.  

LE VARIAZIONI Don Cesare Silva, classe 1979, dal 2017 parroco di Cassolnovo e Molino del Conte, entra nel Vicariato Urbano, assumendo l’incarico di parroco di Sant’Ambrogio in Cattedrale. Al suo posto viene assegnato don Gabriele Leonardi, fino ad ora Parroco di Santa Maria di Fatima in Vigevano, coadiuvato dal giovane don Paolo Butta, vice direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile, con l’incarico di Vicario parrocchiale anche di Gravellona Lomellina. Chiude la catena di trasferimenti don Moreno Locatelli, delegato vescovile e direttore della Caritas diocesana che, mantenendo l’incarico di parroco di San Carlo ai Piccolini, assume anche quello di amministratore parrocchiale di Santa Maria di Fatima. Non sono ancora definite le date degli ingressi ufficiali nelle Comunità, tuttavia in questi giorni i sacerdoti cominceranno a prendere congedo dalle realtà pastorali in cui operano e a imbastire i primi contatti con le Parrocchie di destinazione.  

TESTIMONI «L’avvicendamento che, da parte dei fedeli, è spesso letto come inopportuno strappo ad un cammino costruito insieme, costituisce un’occasione preziosa per rimettersi in gioco come preti e come cristiani», riferisce uno dei sacerdoti interessati «e offre l’opportunità di ripensarsi e di ritrovare l’entusiasmo necessario per cercare parole e forze nuove per affrontare le sfide dell’annuncio e della cura cui siamo chiamati come pastori». Una prospettiva, questa, particolarmente incoraggiante, specialmente in un tempo come questo nel quale la crisi vocazionale e la rapidità dei cambiamenti sociali e territoriali richiedono una sempre maggiore elasticità e disponibilità al cambiamento. Trovare in questo una radice evangelica che vada al di là di una mera “riorganizzazione del personale” costituisce per tutti i soggetti coinvolti un cambio di sguardo che permette di superare i rimpianti e osare con zelo sempre nuovo le strade non ancora battute della missione. 

don Carlo Cattaneo  

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