Cascame, un quartiere attorno alla sua fabbrica

«Una comunità dentro alla comunità». E’ sufficiente questa frase, pronunciata da don Paolo Nagari (parroco di San Giuseppe al Cascame), per spiegare cosa ha rappresentato il quartiere Cascame per la città ducale. Se questa frase non dovesse bastare ci sono una mostra e una conferenza, che si sono tenute sabato 20 aprile a cura di Rete Cultura Vigevano, che hanno voluto essere una vera e propria giornata di riflessione “alla storia di un quartiere e alla storia di una fabbrica”.

FABBRICA Si parla ovviamente della ex Cascami Seta: una vera e propria città nella città che, tra il 1920 e il 1930, arriverà ad avere un collegio operaio con 400 posti. «La fabbrica arriva a fine 800, nel ‘27 sarà edificata la chiesa che, nel 1934, era decretata e costituita ufficialmente come Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore» ha spiegato don Nagari, anche “padrone di casa”, essendosi la mostra tenuta alla sala cinema della parrocchia San Giuseppe.

La costruzione della chiesa – aggiunge il parroco – rappresenta proprio l’importanza della parte spirituale, anche all’interno di un quartiere operaio che andava, quindi, a essere costruito su quattro punti cardinali: ovviamente il lavoro, la scuola e il commercio ma anche, appunto, la sua chiesa che oggi e vivissima e riqualificata, non solo nelle sue mura esterne ma anche e soprattutto nel suo aspetto di comunità.

STORIA L’iniziativa l’ha spiegata Elena Gorini, dell’Acli di Vigevano: «L’idea di parlare della storia del Cascame nasce con la presentazione del libro “La Santa” di Giovanni Cordone, che parla di una storia inventata con però dei riferimenti che ci hanno spinto a capire che fosse, di fatto, ambientata proprio nel quartiere. Molti “cascamini” hanno messo a disposizione delle loro foto d’epoca e poi la Società Fotografica Vigevanese si è occupata di integrare il tutto». Oltre al sacerdote, che ha fatto una breve introduzione, al tavolo sono comparsi molti ospiti, esperti in ogni campo: dall’appena citata Gorini, all’architetto Laura Nizzoli, fino ad arrivare ai due ricercatori storici Filippo Caserio e Adriano Ballone. A concludere la giornata, oltre al saluto delle autorità, gli studenti e le studentesse dell’istituto comprensivo di Viale Libertà, anche attraverso il loro dirigente scolastico Giovanni Montagna, hanno potuto mostrare un piccolo progetto realizzato per rappresentare il quartiere di oggi. Le classi 3A e 4A della De Amicis e la 1E della Robecchi sono state protagoniste di un progetto che ha indagato le caratteristiche del quartiere, la sua storia e le prospettive per il futuro: i bambini della primaria hanno realizzato dei disegni che raffiguravano i luoghi del Cascame, mentre i ragazzi della secondaria hanno realizzato un video con l’ausilio dei droni della scuola e dell’IA, partendo da alcune interviste fino ad arrivare a immaginare spazi e servizi del quartiere in futuro. «Questi progetti – spiega la dirigente Montagna – hanno permesso agli studenti di vivere un compito di realtà autentico e di acquisire nuove competenze e una maggiore consapevolezza in termini di cittadinanza attiva».

Edoardo Casati

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