A Vigevano due nuove pietre d’inciampo

Un magazziniere nato in Argentina a inizio secolo scorso e un calzolaio di vent’anni arrestato alla Morsella: due biografie distanti, per età e mestiere, unite da una città, Vigevano, e da un destino, quello di essere stati deportati entrambi nei campi di concentramento nazisti durante la seconda Guerra mondiale.

Saranno dedicate a Santo Arlenghi e a Peppino Nai le due pietre d’inciampo che, il prossimo 8 settembre, saranno poste sul suolo della città ducale. Le Stolpersteine, in italiano letteralmente pietre d’inciampo, sono un monumento diffuso ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista; formate da un piccolo blocco di pietra ricoperto da una piastra in ottone, recano incisi i dati del deportato di guerra e vengono posizionati sul selciato stradale davanti ad un luogo pubblico simbolico per le vittime della seconda Guerra mondiale.

L’iniziativa, finalizzata a depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, è partita nel 1992 nella città di Colonia ed ha portato alla posa di oltre 70mila pietre in diverse città appartenenti a paesi occupati durante la seconda guerra mondiale dal regime nazista, oltre a Svizzera, Spagna e Finlandia: molte sono quelle che, negli anni, sono state collocate anche sul territorio lomellino; quattro quelle a Vigevano, in memoria della maestra Anna Botto, del Beato Teresio Olivelli, del parigiano Santino Bonafin e del panettiere Ermes Testori. Nei mesi scorsi l’Aned di Pavia (Associazione Nazionale Ex Deportati) ha chiesto all’amministrazione comunale, che ha dato l’ok la scorsa settimana, il permesso di collocare altre due pietre sul suolo cittadino, una in via Caduti Liberazione, davanti alla lapide all’angolo con Via Giorgio Silva, e l’altra in Via Vittorio Emanuele II, sul lato sinistro del portone, alla memoria dei deportati Santo Arlenghi e Peppino Nai. La data scelta per la posa è quella del prossimo 8 settembre, in occasione del ricordo dell’annuncio dell’armistizio di Cassibile (Siracusa) dell’8 settembre 1943.

Le vite di Arlenghi e Nai sono accumunate dall’aver conosciuto entrambe la barbarie nazista. Nato a St. Nicolas de Losargas (Argentina) il 30 novembre 1906, Arlenghi risulta residente a Vigevano dal 1934. Lavoratore italiano all’estero, di professione magazziniere, quando viene catturato nella Polonia occupata, a Breslau, il 3 ottobre 1944, è rinchiuso nelle carceri della città per aver rifiutato l’ingaggio quale “libero lavoratore”. È deportato il 10 ottobre al lager di Gross Rosen e il 13 febbraio 1945 al campo di Flossenbürg. Viene liberato dagli alleati anglo-americani il 23 aprile 1945, rientrando in Italia nel mese di giugno: ristabilitosi nella città ducale (dove è morto negli anni ’70), è stato tra i fondatori dell’Aned provinciale. Non è invece sopravvissuto alla prigionia il giovane Giuseppe (detto Peppino) Nai, calzolaio, nato nel 1923 e arrestato nell’estate del 1944 alla frazione Morsella per rappresaglia per l’uccisione di un soldato tedesco. Deportato da Bolzano a Mauthausen, dove giunge il 21 novembre del 1944, si spense per sempre nel febbraio ’45 nel sottocampo di Melk.

Alessio Facciolo

Le ultime

Memorial Bazzigaluppi, il via da Vigevano

Trofeo Città di Vigevano Memorial Andrea Giovanni Bazzigaluppi, Vigevano...

Azzardo, un rischio anche per i più piccoli

Sensibilizzare i più piccoli sul tema della ludopatia perché...

Cilavegna celebra re asparago

È arrivata alla sua 58° edizione la Festa dell’asparago....

Mortara, censimento fotografico a Palazzo Cambieri

Il censimento fotografico tocca anche Mortara. Il Gruppo Fotoamatori...

Login

spot_img
araldo
araldo
L'Araldo Lomellino da 120 anni racconta la Diocesi di Vigevano e la Lomellina, attraversando la storia di questo territorio al fianco delle persone che lo vivono.