Osservatorio 5-11 / Serate romane

“Roma nun fa’ la stupida stasera”, il famoso ritornello della canzone di Lando Fiorini… e Roma non ha tradito gli auspici di quella canzone di successo, presentandosi in gran spolvero al G20 dell’ultimo week end, quando nella Capitale si sono ritrovati “grandi” di tutto il mondo per discutere tematiche importanti sul futuro dell’umanità.

Il nostro Paese, si sa, tante volte trattato con ironia per le estemporaneità o per i suoi eccessi, quando bisogna fare sul serio non si tira certo indietro e lo ha dimostrato in questa particolare occasione, soprattutto dal punto di vista organizzativo.

Al di là dei risultati politici raggiunti, ammettiamolo, abbiamo fatto bella figura sugli scenari del mondo intero e, naturalmente, gran parte di questo successo si deve alla “location”, vale a dire la “Città Eterna”, che quando sa che deve fare sul serio, mette da parte tutte le ironie e le sue estemporaneità per tirar fuori la sua “argenteria” migliore, a cominciare dalla “Fontana di Trevi” (resterà nella storia l’immagine della monetina lanciata a spalle voltate dai Capi di Stato di tutto il mondo nelle acque della fontana, come a dire…”vanno bene tutti i discorsi ufficiali, tutti i progetti sul futuro dell’umanità, le traduzioni simultanee ecc..ma da buoni romani e da buoni italiani un po’ di scaramanzia ci vuole”).

Poi il Colosseo, con la storica foto del premier britannico all’interno dell’Anfiteatro e ancora le “notti romane” illuminate dal Cupolone… e potremmo andare avanti ancora per sottolineare la “cornice” che certamente ha stregato i grandi del mondo. Da un certo punto di vista, almeno quello organizzativo, in una simile ambientazione è stato un “vincere facile”, proprio come la famosa canzone che auspicava “famme dir de si”.

Fin qui, forse un po’ la poesia e il giustificato orgoglio patriottico, quanto poi sostanzialmente i dibattiti tra i Capi di Stato, i confronti, a volte anche le incomprensioni, potranno portare a risultati concreti per il bene dell’umanità lo dirà la storia. Forse si poteva osare di più, forse si è dovuto livellare verso il basso un denominatore comune capace di raggiungere una auspicata condivisione. Forse i problemi del mondo non sono solo quelli del “riscaldamento del pianeta”… ci saranno altre magari più coraggiose occasioni per “prendere per le corna” ancora i grandi problemi dell’umanità.

Ma non diciamo “accontentiamoci”, guardiamo quella “Fontana di Trevi” che ci invita a sognare…ci vuole anche un po’ di poesia per cambiare il mondo.

Dep

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