Con il lancio del sito, nei mesi scorsi L’Araldo Lomellino ha implementato anche i propri canali social: durante la prima fase della pandemia, Facebook e YouTube sono stati strumenti importanti per consentire ai lettori non solo di essere informati e aggiornati sui principali fatti del territorio, ma anche di continuare a far parte di quella vita comunitaria che il lockdown aveva ridotto ai minimi termini.
Passata la prima ondata (e iniziata la seconda) cosa resta di quell’esperienza? La pagina Facebook si conferma canale in costante crescita e consente la connessione fra differenti fasce d’età e differenti modi di fruire il web, oltre che un vicendevole “trading post” di spunti d’opinione fra utenti e giornalisti. Spulciando fra i dati di navigazione, balza all’occhio come L’Araldo piaccia soprattutto al “gentil sesso”: tra chi ha messo like al giornale, ben il 57% è composto da donne, percentuale che sale al 58% se si considera chi segue la pagina. La fascia d’età più rappresentata è quella fra i 45 e 54 anni (26%), seguita dagli over 65 (24%) che dimostrano un forse inaspettato feeling con i nuovi media. Di meno i giovani fra i 18 e i 34 anni, il 13%, una tipologia di followers però in crescita nonostante il noto disamore (soprattutto dei “giovanissimi”) per il social di Zuckerberg.
E quali notizie piacciono ai lettori de L’Araldo? A raccogliere più “mi piace”, condivisioni e commenti sono soprattutto i pezzi dedicati alla vita religiosa della nostra Diocesi e ai loro protagonisti, seguiti da quelli legati al coronavirus e a quelli di approfondimento su grandi temi come ambiente, economia e società civile.
Un piccolo capitolo a parte lo meritano le scorse elezioni, con i cittadini di Vigevano e Pieve del Cairo che hanno premiato i contenuti del giornale con un engagement notevole. Infine, un cenno sulla provenienza degli utenti: quasi tutti arrivano dall’Italia e dalla Lomellina (Vigevano la città più rappresentata, con Mortara, Mede, Pavia, Garlasco, Milano, Gambolò, Cassolnovo, Cilavegna e Sannazzaro a completare la “top ten”) e quasi tutti si qualificano parlanti italiano, con una piccola ma significativa percentuale di follower arabofoni (l’1%) e altrettanti che in casa parlano inglese, romeno, francese, portoghese. Segno di una società che cambia, si evolve e che L’Araldo, dopo 120 anni, vuole continuare a raccontare.
Alessio Facciolo