Vaccini Vigevano / Eppur si muove, la lenta rincorsa dei “No vax”

Eppur si muove. Le prime dosi avanzano lentamente

e sono in crescita a Vigevano e in molti centri lomellini dopo un febbraio in caduta libera.

Senza scomodare Galileo, che tanto quella frase non l’ha detta, nel momento in cui il dibattito pubblico è distratto dal conflitto ucraino e il fenomeno “no vax” non è più di tendenza, qualcuno lontano dalle luci della ribalta ci ripensa e decide di aderire alla campagna vaccinale.

QUOTA CENTO A Vigevano sono addirittura 108 le prime dosi a fronte delle 52 di sette o delle 10 di quattordici giorni fa, anche a Mortara la rincorsa è nei numeri: da 4 a 13, per arrivare a 39. Nel resto della Lomellina riprendono a correre Garlasco (da 1 a 7, quindi a 15), Cassolnovo (da 3 a 22) e Mede (da 1 a 24), tiene il passo Gambolò (da 13 a 16), ma prima di lasciarsi prendere la mano da queste cifre occorre ricordare che in termini assoluti lo scostamento è irrisorio, si tratta di un +0.2% / +0.3% rispetto alla popolazione totale, insomma nessun assalto ai centri vaccinali. Anche perché sono ancora 10mila i vigevanesi scoperti, di cui circa 3700 per scelta, 2800 i mortaresi (1500 renitenti), 1500 garlaschesi (oltre 7cento hanno marcato visita), 1400 gambolesi (5cento obiettori di “coscienza”), mille cassolesi (quasi 4cento schierati sul no alla vaccinazione).

TERZO TEMPO Procedono più spediti i richiami, anche se con un ritmo che va di settimana in settimana riducendosi. La differenza è comunque sostanziale: a Vigevano a fronte di 108 prime dosi ne sono state somministrate 428 terze, a Mortara 39 contro 132, a Garlasco 15 contro 55, a Gambolò 16 contro 53, a Cassolnovo 22 contro 46, a Mede 24 contro 51. Il booster raggiunge ormai il 72.5% dei residenti ducali, il 69.3% di chi abita nella città dell’oca e tra il 74.7% e il 70.7% del totale, a fronte di una copertura del ciclo vaccinale primario (due dosi) che ovunque supera quota 80, dall’81.5% di Mortara – da sempre uno dei centri più recalcitranti nell’adesione alla campagna d’immunizzazione – all’83.5% di Mede.

SPINTE Tornando a chi ha scelto di vaccinarsi solo nelle ultime settimane, può darsi che una quota rilevante si collochi nella fascia dai 5 agli 11 anni, visto che proprio tra i più giovani è più alta l’incidenza dei contagi, un dato che potrebbe aver convinto i genitori più timorosi a rivedere il proprio orientamento, in considerazione del fatto che mancano comunque tre mesi alla conclusione delle lezioni a scuola. Un impatto lo ha avuto anche l’estensione dell’obbligo agli over50: in Italia oggi il 7.1% di chi ha tra 50 a 59 anni è del tutto scoperto, ma questa cifra sale al 12% nel gruppo immediatamente precedente, tra 40 e 49.

Gds

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