Pasqua 2023 / Veglie e tradizioni pasquali in Lomellina

Le parrocchie della Unità Pastorale hanno vissuto la Veglia nelle due principali chiese del territorio della Bassa Lomellina: Pieve del Cairo e Frascarolo. Durante le celebrazioni è stato portato il cero pasquale affinché venisse acceso il fuoco nuovo.

Un altro piccolo ma importante segno di unità, tradizione e devozione popolare, che si ripropone puntuale in prossimità delle festività pasquali.

CROCIONE E’ ritornata a Tromello la tradizione del Crocione. La processione del penitente dall’identità segreta, che cambia di anno in anno, che porta catene ai piedi nudi trascinate sul selciato e indossa una tunica scarlatta con un cappuccio che gli copre il viso ha caratterizzato il Giovedì Santo di Tromello. Secondo una secolare tradizione, deve espiare un peccato grave e, per questo motivo, deve portare una croce di legno del peso di 45 chili. La sua identità è nota solo a due persone: il parroco, don Francesco Cappa, e il Cireneo che lo affianca nella Via Crucis per le vie del paese. Questa tradizione è iniziata nella prima metà del ‘600, quando in Lomellina si diffuse la terribile peste. Tra ‘700 e ‘800 la tradizione si è trasferita ai fedeli alla chiesa di san Rocco, pare in seguito alla confisca della confraternita da parte del governo francese nel passaggio dalla Repubblica all’Impero di Napoleone. Questa sacra rappresentazione è la più sentita in Lomellina e ogni anno la popolazione tenta di scoprire, sempre senza esito, l’identità del penitente di turno. Nessuno è però mai riuscito a scoprire il celebre segreto.

GROPELLO Per la via principale di Gropello un gruppo di giovani e ragazzi hanno suonato anche quest’anno in occasione del venerdì ed il sabato santo la Tnêbra per scandire il mezzogiorno. Si tratta di uno strumento composto da un’impugnatura e una tavoletta in legno, agitando la quale si aziona un martelletto che produce un rumore piuttosto forte.

È un’antica tradizione – spiega il presidente del consiglio comunale Michele Sconfietti – che risale agli anni in cui il venerdì e il sabato santo le campane venivano legate e pertanto era necessario un altro sistema per scandire il mezzogiorno e permettere agli agricoltori di interrompere il loro lavoro e rientrare a casa per pranzo.

Nel 1998 questi strumenti sono stato fatti ricostruire dal maestro Luigi Giuseppe Poma ed è stata ripristinata la tradizione: oggi è Silvana, moglie di Giuseppe, scomparso nel 2003, che con l’aiuto di Alberto, trombettista e basso nella corale parrocchiale, si impegnano a portare avanti l’iniziativa anche in ricordo del marito e amico, grazie al cui interessamento questa tradizione ha potuto rivivere per tanti anni ancora. «Sono stato coinvolto circa 18 anni fa nel gruppo dei suonatori con alcuni amici: eravamo bambini e Alberto ci accompagnava per la via principale – chiosa Sconfietti – ora siamo noi ad accompagnare i più piccoli; è bello dare un contributo al mantenimento di una tradizione».

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