Tornielli a Vigevano racconta Papa Francesco

La misericordia come chiave di lettura del pontificato di Francesco. È il cardine su cui si impernia il suo magistero, tanto da poter affermare che sarà ricordato come «il Papa della Misericordia». Lo ha spiegato Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero della comunicazione della Santa Sede, nel corso della conferenza “Dialogo sui dieci anni di pontificato di Papa Francesco” che mercoledì sera in San Dionigi ha aperto la celebrazione della solennità di Sant’Ambrogio, ultima tappa dei festeggiamenti per il decennale dell’episcopato del vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni.

MISERICORDIA Il santo padre ha dedicato alla misericordia un giubileo, nel 2016, ma più in generale Tornielli ha mostrato come questo tratto abbia attraversato tutta l’azione della guida della Chiesa. «Il Papa – ha affermato Tornielli – ha ricordato quando era da poco vescovo di Buenos Aires e una donna anziana gli chiese di confessarsi, insistendo e dicendo che “il Signore perdona tutto”. “Come lo sa?” le rispose e questa replicò “se non perdonasse tutto il mondo non esisterebbe”». Un atteggiamento evangelico che Francesco ha messo al centro: «In ogni pagina del Vangelo – ha spiegato Tornielli – vediamo che Gesù si avvicinava a tutti», ma soprattutto al lebbroso, alla donna adultera, al pubblicano Zaccheo. «Se guardate il magistero del Papa non trovate modifiche dottrinali, quello che scandalizza è che parli con tutti, compresi gli “impresentabili”, i peggiori. Non è misconoscenza del bene, all’origine c’è il Vangelo, Gesù andava a cercare le persone più odiate». Va a mangiare in casa del pubblicano, la gente si sdegna, ma Zaccheo si converte. Anche oggi un’impostazione che insiste «sui divieti e le liste di peccati o sulla decadenza dei valori morali» non consente alla Chiesa di essere “in uscita”, mentre

la priorità della misericordia è missionaria.

COP28 Una necessità anche per il vescovo Gervasoni che ha indicato come nel magistero del Papa si colga la consapevolezza di un tempo diverso rispetto al Concilio Vaticano II. «La percezione del mondo non è la stessa, basata sull’idea di uno sviluppo indefinito che non faceva i conti con quello che la crisi ambientale ci mette sotto gli occhi. Mi sembra che il Papa sottolinei che siamo in un’epoca di dramma; c’è la consapevolezza che non è dato per scontato l’esito dell’umanità, potrebbe essere anche tragico e per certi versi lo è. Occorre lasciar fare a Dio e nel contempo assumere responsabilmente il compito di trasmettere alle generazioni future il mondo». Nei giorni di COP28, la Conferenza sul clima in corso a Dubai a cui Francesco avrebbe voluto partecipare e a cui ha rivolto un capitolo della esortazione apostolica “Laudate Deum” affinché assuma impegni vincolanti, anche Tornielli ha indicato che «il Papa pone il grande tema della responsabilità», assumendola in prima persona quando «mostra la consapevolezza che la crisi ambientale è legata al modello di sviluppo economico che andrebbe messo in discussione, cosa che il Papa prova a fare con un coraggio che noi laici abbiamo dimenticato e che appartiene in pieno alla Dottrina sociale della Chiesa, sin da Leone X e Pio XI».

Giuseppe Del Signore

Le ultime

1° maggio / «Dare certezze per il bene di tutti»

Proposte per contrastare la disoccupazione e il lavoro povero,...

Addio a Vincenzo Rosato, anima delle “Genti Lucane”

Politico d'altri tempi e sempre attivo per la sua...

Cilavegna, casa Serena: centro diurno sempre out

Il centro diurno di Casa Serena è chiuso ormai...

Mortara, la fontana tornerà a zampillare

Inutilizzata da anni, la fontana di via di piazza...

Login

spot_img