Vigevano festeggia Sant’Ambrogio, il resoconto della giornata

È il giorno della solennità di Sant’Ambrogio, patrono della città e della diocesi di Vigevano. La giornata è iniziata nell’aula consiliare del municipio della città ducale, dove il vescovo monsignor Maurizio Gervasoni ha incontrato i sindaci giunti in rappresentanza di tutto il territorio lomellino e ha ricevuto il saluto, a nome di tutti, del primo cittadino Andrea Ceffa. Un saluto particolare perché la celebrazione di Sant’Ambrogio chiude gli eventi per il decennale dell’episcopato di mons. Gervasoni nella diocesi di Vigevano, trentottesimo a ricoprire l’incarico.

ARTEFICE I dieci anni trascorsi nel territorio sono stati ripercorsi da mons. Paolo Scevola, sacerdote vigevanese in servizio presso la Santa Sede, che ha sottolineato come «non si è tirato indietro, protagonista del cammino sociale, culturale e istituzionale» ricordando che «come Ambrogio ha fatto crescere tutta la città a lui affidata, così è facile pensare a Caramuel» in continuità coi quali mons. Gervasoni ha saputo plasmare i luoghi e la comunità in cui ha operato in questi dieci anni, come testimoniato «dalla trasformazione di piazza Sant’Ambrogio e dal rinnovamento della cattedrale attraverso il progetto Emblematico» senza dimenticare momenti come quelli dedicati al lavoro insieme alla Confraternita di san Crispino e Crispiniano o la visita del segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, avvenuta nel 2022.

IL RICONOSCIMENTO La capacità di incidere sul tessuto sociale, culturale, civico di Vigevano e della Lomellina è stata riconosciuta anche dal sindaco Ceffa: «La devo ringraziare – ha detto rivolgendosi al Vescovo – perché al di là del ruolo di pastore non si è mai tirato indietro e anzi ha voluto profondamente ragionare anche sui temi civili e si è speso per un territorio a cui si è sempre più appassionato». Per Ceffa il percorso della nuova piazza Sant’Ambrogio «è stato l’inizio di un dialogo costruttivo, nato da un suo invito, per trasformare questa città e cercare di migliorare il contesto in cui vivono i nostri cittadini». Per l’occasione l’amministrazione comunale ducale ha conferito al vescovo Gervasoni la “Scarpina d’oro”, riconoscimento dell’impegno profuso dal 2013 a oggi a favore della città, volendo evidenziare soprattutto «la vicinanza», «l’esempio di vita offerto», «l’essere un punto di riferimento», «l’attenzione a giovani, famiglie, poveri», «la determinazione nel realizzare il progetto Emblematico». Dopo la consegna mons. Gervasoni ha pronunciato il tradizionale discorso ai sindaci, quest’anno incentrato sul tema della “Democrazia bene comune”, scelto anche dalla Settimana sociale dei cattolici che si svolgerà a Trieste nel 2024 e di cui L’Araldo rende conto qui.

IN DUOMO Dopo il momento in municipio è stata la volta della messa solenne in cattedrale, concelebrata da mons. Gervasoni insieme a mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, mons. Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi, mons. Luca Raimondi e Franco Agnesi, vescovi ausiliari di Milano, mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, nonché a numerosi sacerdoti diocesani. Presenti anche tutti i membri della commissione degli Oratori delle diocesi lombarde, l’Odl presieduta da mons. Gervasoni, e i cavalieri e dame della delegazione Oessg di Vigevano. È stata l’acqua, quella dei fiumi e quella dei mari, la protagonista dell’omelia del Vescovo.

E’ l’acqua che sgorga dal cuore – ha detto il Vescovo, facendo riferimento a uno scritto di Sant’Ambrogio – che disseta chi la beve, facendogli desiderare di darla agli altri.

Un riferimento, poi, alla lettura del Buon pastore, «che difende le pecore che conosce, ma ha altre pecore, e al comando di pascerle offre la vita: e nessuno gliela toglie. Le pecore e il pastore sono la stessa cosa: il mercenario le sfrutta, ma il pastore dà la vita per loro. L’acqua che disseta te, sia quella che tu dai agli altri. Le pecore percepiscono subito che il pastore è buono. É come l’acqua dei fiumi che loda Dio. Dio chiede la vita, ma la restituisce».

Poi la consegna dell’olio santo, che questa volta, a differenza delle altre edizioni, che prevedevano un solo sindaco, è stata effettuata dai primi cittadini di Vigevano, Mortara, Mede, Cava Manara (in rappresentanza anche per Zinasco), uno per ciascun vicariato della Diocesi. Un simbolo per ricordare che tutti i fiumi, provenienti da fonti diverse, sfociano in un unico mare: quello della carità e dell’amore.

Giuseppe Del Signore, Davide Zardo

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