Cent’anni d’Araldo / Stipendi più bassi e prezzi alti

I tempi non cambiano mai, i problemi sono sempre gli stessi. Nella Cronaca cittadina di cento anni fa il nostro cronista di allora lamentava che gli stipendi diminuivano ma i prezzi continuavano ad aumentare. «Mentre le paghe di parecchie categorie di operai sono state arbitrariamente diminuite, generi di consumo popolare aumentano, si può dire, tutte le settimane». Si invocava l’imposizione ai commercianti di esporre il listino dei prezzi perché fosse reso possibile un maggiore controllo,

perché vi è motivo a dubitare che l’arbitrio e l’ingordigia vi abbiano molta parte, in cotesti lamentati aumenti!.

Se i prezzi aumentavano e le lire nella borsa si facevano più scarse, qualcuno cercava di arrangiarsi. Nella notte del 23 marzo qualcuno rubò dal pollaio di Pietro Rodolfo, in via Ceresotti, a due passi da piazza ducale, «numerosi capi di pollame pel valore di L. 160. Nessuna traccia dei golosi». Due sere dopo, ancora. Ma questa volta il ladro fu preso con le mani… nel sacco. «Nella notte del 25 marzo – riporta la Cronaca cittadina dell’Araldo di allora – in Corso Vittorio Emanuele la guardia notturna Radaelli Enrico tratteneva certo Piccinini Alessandro, pregiudicato, che perquisito fu trovato possessore di parecchie galline nascoste entro e sotto la giacca. Il furto era stato operato in danni di certo Landroni Francesco, abitante in Vicolo S. Giacomo».

In città fervevano intanto i preparativi per consentire l’ammodernamento della centrale elettrica. Infatti, l’Araldo annunciava che «Accumulatori elettrici in batterie enormi di oltre 700 quintali di peso saranno quanto prima piazzati nella officina elettrica al Ticino. Per il loro scarico funzionerà alla Stazione ferroviaria una gru apposita che è in arrivo, saranno quindi trasportati a destinazione con traino conveniente, per il che si va fortemente sistemando la strada che dal sottopasso ferroviario dello stradale di Milano porta all’officina».

Mentre, infine, il Vescovo proseguiva le visite pastorali, visitando in queste settimana le parrocchie di Zeme e Carbonara Ticino, a Vigevano arrivava in visita il Prefetto, accolta con soddisfazione dal cronista del settimanale, per il quale « la visita ha ravvivato, come si desiderava da tutti, l’interessamento per la nostra città, la quale dopo Pavia ben merita il primo posto di tutta la Provincia per la sua importanza industriale e per la sua popolosità».

Carlo Ramella, storico locale

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