L’Intervista / Daniela Cagnola, l’antico sapore di una tisana

Daniela, lei è la titolare con sua figlia Arianna dell’erboristeria più antica di Vigevano. Un onore ma anche una responsabilità.

«E’ vero. Sono davvero molto orgogliosa di questo. Cagnola nasce col bisnonno Alessandro, che fu il primo farmacista dell’ospedale di Vigevano nel 1890. Successivamente l’attività fu portata avanti dal nonno Claudio, poi da mio padre Gianni con il fratello Sandro».

Un lascito molto prezioso.

«Assolutamente. Pensi che tutte le nostre tisane, quelle che ci hanno fatto conoscere, apprezzare e seguire, sono prese dai vecchi formulari che aveva il bisnonno. Mia mamma Angela proseguì, si appassionò e ampliò l’offerta di tisane e altro per andare incontro alle richieste delle clienti che non hanno mai smesso di gratificarci: chi ha l’abitudine, la formazione mentale di “curarsi” con le nostre tisane difficilmente “tradisce”, cambia stile. Si tratta di scelte consapevoli che poi continuano e si tramandano: mia mamma, io, ora mia figlia, prestiamo grande attenzione al rapporto con la cliente. Chi viene qui e ci parla di quello che sente, che non la fa stare bene, ci invita a comprenderla al di là delle parole che spiegano il sintomo: è facile sbagliare, ma se si ascolta con grande attenzione, la cliente sta meglio e noi siamo felici. Non ci si improvvisa erborista: è necessario conoscere le piante officinali, sapere con esattezza come e quando utilizzarle. Continuare poi a studiarle, confrontando i dati scientifici acquisiti con quanto le usanze della tradizione popolare ci hanno insegnato. E, devo dire, che è proprio dalla tradizione popolare, sostenuta dalla conoscenza e dallo studio serio e continuo, che sono nati i nostri prodotti».

Come è nata la decisione di continuare a fare l’erborista?

«Sono subentrata nell’erboristeria con mia mamma Angela, dopo essermi laureata in Tecniche erboristiche a Urbino, la stessa università frequentata anche da mia figlia. Sono entrata in negozio a 22 anni, adesso ne ho 62 e sono diventata nonna da poco della piccola Allegra. Se penso a quale è stata la decisione che mi ha convinta a continuare a fare l’erborista, non c’è stata una molla, per me è stato naturale, spontaneo. Chi viene qui sa che in questo luogo non trova solo la tisana o la pastiglia: mia mamma aveva un approccio molto empatico con le clienti e io, probabilmente, l’ho fatto mio per osmosi, oppure perché semplicemente sono anche io come lei. Fatto sta che mi sono innamorata di quel modo di fare, e non ho ritenuto di poter fare che questo: vale a dire che fare l’erborista è il mio lavoro e io mi identifico in esso. Ecco, questo aspetto è il valore in più: quello che modifica il rapporto con il dovere, lo intreccia alla personalità, ai valori, mi ritengo davvero fortunata. Venire al lavoro con questa consapevolezza rende tutto diverso: lo avvertono anche le clienti. Alcune vengono da molti anni, con alcune si è instaurato un rapporto di confidenza, di fiducia, simpatia ed empatia reciproca. Allora passare in erboristeria anche solo per un saluto è la conferma di quello che ho detto prima e ne sono profondamente orgogliosa».

Siete stati i pionieri dell’erboristeria…

«Sì, noi siamo davvero stati i pionieri. L’Erboristeria Cagnola è stata la prima erboristeria aperta a Vigevano nel 1972, ma potevamo contare sul passato di quanto ci hanno lasciato i nonni già dai primi anni del 1800: è una grande fortuna ma anche un lascito importante che non lasciava spazi a comportamenti superficiali che non appartengono alla nostra formazione. E’ stata una cosa difficile, perché i farmacisti non capivano cosa volevamo fare. Poi il tempo, la serietà che non è mai venuta meno da parte nostra, hanno fatto il resto e siamo ancora felicemente qui. Sono passati 150 anni, ci siamo impegnati a far conoscere la fitoterapia, a parlare alle persone della possibilità di curarsi nell’assoluto rispetto della natura e del benessere dell’individuo che ha origine nell’ascolto dei propri dolori; e non sto parlando solo di quelli fisici. Non abbiamo solo le tisane. Abbiamo anche la nostra linea cosmetica realizzata con sostanze naturali: si possono trovare prodotti per la pulizia del viso, creme, maschere, senza dimenticare quelli per la bellezza del corpo che oramai sono famosi, penso al bagno crema avena, alla crema anticellulite, alla crema per le mani, a tutti i prodotti per la bellezza e la cura dei capelli. Le clienti sanno che i nostri shampoo hanno un Ph fisiologico e sono formulati con prodotti naturali, frutto di una costante ricerca che è il motore del nostro lavoro, da sempre».

Come è cambiato il rapporto con il cliente?

Il rapporto con il cliente è cambiato tanto, tantissimo. Prima si affidavano a noi e basta. Adesso arrivano in negozio dopo aver consultato internet, i social: la cliente arriva e dice di volere una tisana o altro perché l’ha letto in un sito, entrano in negozio e chiedono se certi prodotti venduti on line fanno bene oppure no.

C’è una richiesta che prevale sulle altre?

«Quella delle tisane: perché noi abbiamo una preparazione molto seria, conosciamo i principi attivi e i risultati, alla fine, ci sono. La stessa cosa si ripete con gli integratori che prepariamo rispettando le esigenze del cliente: lo si può fare solo se si posseggono degli studi precisi alle spalle. Crediamo da sempre nelle virtù infinite delle piante, senza, rifiutare gli aiuti preziosi della scienza e della tecnologia moderna. I nostri prodotti sono soggetti a controlli microbiologici rigorosi che da sempre ne garantiscono la qualità e non sono sperimentati su animali. Tra non molto è Natale, e noi siamo conosciute anche perché tutti gli anni proponiamo il “Thé natalizio”: cambiando ogni anno profumazione, resta comunque il fatto che la confezione con il thé dell’erboristeria Cagnola è un regalo nel regalo, visto che curiamo personalmente la preparazione dei cesti, delle confezioni e, anche in quel caso, quello che deve emergere, oltre alla bontà del contenuto è la cura del dettaglio. Un aspetto importante perché fa capire a chi riceve il regalo o a chi se lo dona direttamente che ‘tutto’ è un dono».

Qual è un aspetto bello di questo lavoro?

«La piacevolezza di avere rapporti, di vario tipo, amicali, professionali, con le persone: io sono nata, cresciuta in un ambiente del genere e non potrei fare altro. Anzi, dirò di più questo tipo di lavoro mi ha aiutata tanto e mi aiuta tanto. Non sono solo le soddisfazioni di aver risolto il problema di una cliente è anche e soprattutto l’energia che avverti nel sapere che è venuta ritenendo l’erboristeria alla tregua di un’ultima spiaggia, poi le vedi tornare con il sorriso stampato mentre dicono “sa che ha funzionato?”. E’ bello, molto bello».

E un aspetto che non le piace?

«Inutile nascondersi dietro a un dito: le persone sono cambiate, tanto, c’è poca educazione, è cambiato, il modo di vivere, di essere. Se penso a qualche anno fa, a come si comportavano le clienti, trovo che ci sia una differenza molto marcata: spesso entrano, con il telefonino in mano che non smettono di guardare nemmeno quando parlano con noi. Il cellulare è diventato un appendice della mano, ahimè, e credo che le cose non miglioreranno facilmente. Però su quello possiamo fare poco, se non sperare che la cliente successiva sia diversa. Io ho una personalità solare e sono positiva, guardo sempre l’aspetto piacevole della vita, quello che ha dentro la parola speranza e cambiamento: ecco, voglio sperare che ci sia presto un cambiamento. Abbiamo bisogno tutti di gentilezza, soprattutto le persone che non la conoscono».

Isabella Giardini

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