Equità, redistribuzione, terzo settore. Sono queste le parole d’ordine con cui don Claudio Ghidoni, responsabile dell’Ufficio di pastorale sociale e del Lavoro della Diocesi di Vigevano, ritiene si debba partire per contrastare gli effetti dell’epidemia di coronavirus sull’economia e sul mondo del lavoro.
«I danni di questa crisi – spiega – si vedranno più nel futuro che nel presente. Il rischio di un’esplosione della rabbia sociale è concreto, tuttavia penso che le comunità troveranno un modo per assistere chi si dovrà confrontare con la perdita del lavoro e la povertà, anche a livello parrocchiale e diocesano abbiamo già visto segnali in questa direzione».
Quali interventi sarà opportuno attuare? «Secondo me per venire a capo di questa crisi serve un passo indietro da parte dello Stato. Non deve scomparire, ma assumere una funzione di coordinamento per far emergere il terzo settore, termine che è riduttivo ricondurre solo alla dimensione del volontariato; è da questo ambito che possono arrivare le risorse economiche e umane per far fronte alla sfida che ci aspetta. L’auspicio è che ci sia un’integrazione progressiva».
Un fenomeno che in parte è già in atto con la collaborazione tra le associazioni e i Centri operativi comunali, ad esempio a Vigevano e in altri municipi lomellini, che senza il sostegno dei volontari avrebbero avuto difficoltà nell’assistere chi ha richiesto aiuto. Il modello è quello del cosiddetto “welfare generativo” o economia di comunione, che si propone di “rigenerare” le risorse immesse in un sistema responsabilizzando i beneficiari delle stesse al fine di aumentarne il rendimento, qualcosa a cui la Pastorale diocesana lavorava prima dell’arrivo del contagio:
Dobbiamo ringraziare la dottoressa Maura Romani – conferma don Ghidoni – è lei che ha collaborato col nostro ufficio in questa direzione, ma purtroppo non potrà completare il lavoro perché è stata una delle vittime del coronavirus. A lei voglio rivolgere un ringraziamento e un pensiero, nonché la preghiera continua
FISCO Secondo il responsabile della Pastorale del lavoro sarà necessario ripensare i sistemi di tassazione.
«Ho apprezzato – argomenta – l’intervento di alcuni insegnanti vigevanesi, che ritenendosi “privilegiati” in questa fase hanno lanciato l’idea di una tassazione su base volontaria, così da costruire un fondo per le famiglie rimaste senza reddito. Potrebbe essere una prospettiva interessante. Anche se «gli italiani dimostrano una grande generosità nelle emergenze e una altrettanto grande avversione alle tasse in generale. Mi viene in mente “Il maestro di Vigevano”, con l’elogio in Piazza dell’evasione, senza provare vergogna per il proprio comportamento». Per questo motivo il terzo settore potrebbe rappresentare un approdo “gradito” alla cittadinanza e affiancarsi al privato: «Non bisogna demonizzarlo, costituisce un valore aggiunto. Se ci sono state situazioni irregolari o illegali la magistratura deve indagare, ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca. La Chiesa ha una sua presenza in queste realtà che fanno parte della storia della Lombardia, fatta anche di lasciti e fondazioni private istituite da benefattori. Mi viene in mente la casa di riposo di Cergnago, istituita grazie ai risparmi lasciati dal parroco don Puccini».
EQUITA’ Al contrario per don Ghidoni sono da respingere le proposte di condoni, bond nazionali, reddito d’emergenza universale. Il primo «incentiva l’illegalità e ha un risvolto etico negativo, ma anche dal punto di vista economico rappresenta un’entrata una tantum subito, quando avremo bisogno di più risorse tra qualche mese», i secondi avrebbero senso solo a livello di Unione europea, in quanto altrimenti «questa liquidità che mi dai ora diventerà un debito che mi metterà in difficoltà. Se l’Ue vuole avere un senso deve emettere titoli comunitari». Circa il terzo punto, su cui si è speso in prima persona Papa Francesco, si tratta di un discorso che «a livello etico può essere condivisibile, ma che a livello pratico ha problemi di sostenibilità. Su scala globale vorrebbe dire che tutti gli stati del mondo convergono su questa proposta, ma vediamo quanto è difficile tenere unita anche solo l’Europa».
REDISTRIBUZIONE Resta il tema di ricalibrare le disuguaglianze economiche all’interno della società. «Sarei favorevole a una più equilibrata tassazione, introducendo la cosiddetta patrimoniale sui redditi più alti. La coperta resta corta, perché si rischia di perdere degli investimenti in questo modo, ma penso che potremmo intervenire alleggerendo i vincoli contributivi e le imposte sul lavoro per lavoratori e aziende a discapito della ricchezza finanziaria».
Giuseppe Del Signore