Coronavirus Pavia / A novembre il 15% dei morti pavesi di Covid-19

A novembre in provincia di Pavia sono morte 233 persone per il coronavirus, quasi il doppio di quelle registrate da inizio giugno a fine ottobre.

Si tratta del 14.5% del totale dei decessi ufficiali dall’inizio della pandemia, un dato che si abbina all’eccesso di mortalità, che a Vigevano è stato del 22.1% tra il 2020 e il 2019 (dati a fine novembre).

In tutto in area pavese sono morte 1606 persone, ma a queste occorre aggiungere i deceduti fantasma, quanti tra febbraio e aprile sono mancati in assenza di una diagnosi o a causa della crisi del sistema ospedaliero, che è possibile stimare in circa 550 individui a partire dall’eccesso di mortalità rilevato dall’Istat (dati aggiornati a fine agosto), portando il totale intorno a 2100. Nel 2019 al 31-08 erano 4694 i morti, nel 2020 sono saliti a 6325, il 34.7% in più (+1631),

mentre se si guarda a Vigevano sono 800 alla fine del mese contro i 655 del 2019 (+22.1%), i 710 del 2018 (+12.7%), i 748 del 2017 (+7.0%).

PAVESE I numeri testimoniano che la seconda ondata, seppure meno acuta della prima in Provincia e con un sistema sanitario che sta reggendo, sta avendo lo stesso un forte impatto, tanto più che nell’ultima settimana per la prima volta i contagi sono cresciuti del 9.2% ovvero al di sopra della media regionale (+8.2%). Se si allarga lo sguardo all’intero mese di novembre, l’incremento è inferiore sia nel confronto sincronico con la Lombardia (+86.1% contro +108.3%) sia in quello diacronico con le settimane precedenti: +13.6%, +20.4%, +24.6%, +24.7%, per trovare una crescita relativa più bassa occorre recedere alla prima parte di ottobre.

CITTA’ Se si passa a considerare i singoli comuni, pur nella difficoltà di seguire l’evoluzione di ogni singolo centro perché la Regione ha deciso di rendere pubblici solo i dati relativi ai 10 con più casi e ai 10 con più casi in rapporto alla popolazione – questi ultimi cambiano ogni settimana in maniera sensibile – con una trasparenza che resta molto limitata a 9 mesi dall’inizio dell’epidemia, a Vigevano in un mese i contagi hanno segnato +105.1% contro il +78.6% di ottobre, a Pavia +85.9% (contro +114.2%), a Mortara +59.2% (contro +80.9%, per questo incremento ha inciso il focolaio presso le suore pianzoline), a Garlasco +88.3% (contro +31.5%), a Voghera +79.3% (contro +49.3%). Questo significa che, anche se negli ultimi sette giorni si registra una frenata in tutte queste località, la seconda ondata ha colpito in momenti diversi parti diverse della Provincia, prima il capoluogo e la capitale lomellina rispetto alla città ducale e a Garlasco,

anche se la prevalenza in queste città risulta simile: 36.9 casi ogni 1000 residenti a Vigevano, 37.9 a Pavia, 37.1 a Mortara, 36.6 a Garlasco, 35.2 a Voghera.

PICCOLO E’ PEGGIO Tra i centri minori invece Cilavegna arriva a 64.3, con una crescita dell’8% negli ultimi sette giorni e del 69.1% nelle ultime tre settimane, legata alla presenza di Casa Serena, la casa di riposo più grande della Provincia in cui Ats di Pavia ha confermato la presenza di un focolaio così come era stato nella prima fase. Anche a Zeme torna sotto la lente d’ingrandimento con +37.5% soggetti colpiti nell’ultima settimana, in tutto 55 dall’inizio dell’epidemia, per una prevalenza di 55.5 che la pone al terzo posto in Lomellina, dopo la stessa Cilavegna e Albonese, che detiene quella più alta con 77.1, anche se in questa fase sembra reggere meglio l’impatto col Sars-CoV-2. Allargando al pavese e all’Oltrepò, Certosa è a 60.8 (+4.0%, 336 soggetti colpiti), Stradella a 35.6 (+8.7%, 412), Casorate a 41.6 (+9.6%, 367), Belgioioso a 54.1 (+13.4%, 338).

Giuseppe Del Signore

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