Vaccini Vigevano / I “No Vax” cambiano idea, ma “Il Ducale” è sold out

Le vaccinazioni in provincia di Pavia non sono abbastanza per tenere il passo delle richieste.

Gli hub vaccinali sul territorio, le farmacie e i medici di famiglia non bastano per gestire la domanda di dosi, che è aumentata di molto

tra chi si arrende alla Certificazione verde rafforzata e si prenota per fare la prima, chi invece è in fila per la terza – la maggior parte degli italiani tagliano il traguardo del sesto mese tra dicembre e gennaio – e i minori nella fascia 5-11 anni che hanno iniziato a prenotarsi da lunedì. A questa spinta occorre aggiungere quella di personale sanitario, scolastico, forze dell’ordine, volontari del soccorso, categorie per le quali è previsto l’obbligo, che è scattato mercoledì per quelle in cui non era già vigente e che prevede la sospensione in caso di mancata vaccinazione.

Il risultato è che a Vigevano e in Lomellina i cittadini non riescono a trovare appuntamenti presso l’hub al centro commerciale “Il Ducale” né presso i punti attivati a Pieve del Cairo e Mede, poiché i posti sono esauriti fino a gennaio e il portale rimanda all’ospedale militare di Baggio, al Pio Albergo Trivulzio, a Cuggiono, Pieve Emanuele, Voghera, nel migliore dei casi Pavia; nondimeno questo equivale a chiedere spostamenti di almeno un paio d’ore – calcolando distanze e traffico, al netto dell’attesa – per vaccinarsi e tornare a casa, possibilmente accompagnati, visto che in presenza di effetti collaterali è meglio non mettersi alla guida.

SOLUZIONI CERCASI Quanto basta per spingere Ats e Asst di Pavia a intervenire. «L’Ats – spiegano fonti interne – ha chiesto ad Asst di potenziare l’offerta nei suoi centri vaccinali, tra cui anche “Il Ducale”, in modo tale da poter soddisfare la domanda crescente di terze dosi e attivare l’offerta per la vaccinazione nella fascia di età 5-11 anni. Sono stati attivati anche diversi centri di prossimità per cercare di andare incontro alle esigenze delle aree più periferiche della Provincia». Proprio l’Asst, che gestisce gli hub di Vigevano e Voghera, ha pubblicato negli scorsi giorni un bando per la selezione di «medici specializzandi» da impiegare per attivare nuove linee vaccinali, con un incarico fino al 30 aprile 2022 – resta possibile la proroga – e un impegno di 60 ore al mese, compenso lordo orario 40 euro. I requisiti sono la laurea in medicina, l’iscrizione all’Ordine e a una scuola di specializzazione. Accanto a loro si trovano già impegnati i medici di medicina generale, anche se le adesioni – che sono volontarie – si sono ridotte rispetto alle scorse primavera ed estate. Gli stessi vaccinano anche a domicilio quanti tra i loro assistiti non possono allontanarsi da casa propria, mentre i pediatri saranno coinvolti nelle iniezioni per i bambini, ma non presso l’ambulatorio: saranno attivi negli hub, quindi per Vigevano sempre “Il Ducale”.

PRIMA VOLTA Nel frattempo per la prima volta da tre mesi c’è una chiara ripresa di chi inizia il percorso vaccinale. Una parte dei “No vax”, di fronte alla Certificazione verde rafforzata, sta rivedendo la sua posizione e sta provvedendo a vaccinarsi: a Vigevano si è registrato +0.5% in sette giorni, come a Mortara e Garlasco, +0.4% a Gambolò, Cassolnovo, Pavia, Voghera, +0.3% a Mede. In termini assoluti

nella città ducale si è passati da 16 prenotati quattro settimane fa, a 64 tre, a 128 due, a 294 nell’ultima; a Mortara la progressione è stata 27, 17, 33, 64, a Garlasco 10, 9, 19, 45, a Gambolò 22, 10, 17, 46.

Nonostante questo è ancora rilevante la quota di residenti che resta scoperta, oltre 12800 persone tra i vigevanesi, oltre 3400 tra i mortaresi, quasi 2mila a Garlasco, oltre 1700 a Gambolò, quasi 11mila a Pavia, per un numero complessivo che in Provincia supera quota 106mila.

Giuseppe Del Signore

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