Mede, speranze per chirurgia

Il reparto di chirurgia dell’ospedale San Martino di Mede potrebbe riaprire, ma Asst smentisce. È quanto emerso dall’incontro avvenuto venerdì 1 marzo tra i rappresentanti dell’amministrazione comunale lomellina, l’assessore regionale agli enti locali Massimo Sertori, il direttore generale di Asst Andrea Frignani, il direttore socio-sanitario Giancarlo Iannello, il direttore amministrativo Paolo Formigoni, l’assessore regionale a famiglia e solidarietà sociale, Elena Lucchini, il consigliere regionale Andrea Sala.

SINDACO PRUDENTE «Abbiamo parlato di ospedali – racconta il sindaco di Mede, Giorgio Guardamagna – il direttivo di Asst farà un giro nelle strutture, ci sarà un incontro con i sindaci del consiglio di rappresentanza, e un’assemblea dei sindaci». La riapertura di chirurgia potrebbe portare al ripristino del Pronto soccorso del San Martino? «Ne dubito – commenta Guardamagna – visto che chiudono strutture simili in città anche più grandi».

ASST SMENTISCE Da parte di Asst una secca smentita: «Non ci risulta nessuna riapertura a Mede, né dalla chirurgia né dal Pronto soccorso».

PRIMO SOCCORSO Una parziale apertura viene da Fabrizio Carena, assessore comunale a Mede per la sanità. «Il Pronto soccorso non riaprirà, perché manca il reparto di rianimazione, ma un punto di primo soccorso potrebbe starci. In ogni caso, l’Ospedale di comunità di prossima realizzazione potrebbe bypassare il tutto per piccoli interventi, compresi elettrocardiogramma e visite accessorie. Ad ogni modo i direttori dell’Asst hanno trovato le sale operatorie in ottime condizioni, dato che sono praticamente nuove, e per questo non hanno escluso una possibile apertura, dato che il San Martino ha un bacino di utenza che copre anche una parte del basso Monferrato, come Valenza, e che alla Cittadella di Pieve del Cairo arrivano pazienti anche dalla Liguria. Tutto dipende dal fatto che c’è carenza di personale, dai medici agli infermieri, agli anestesisti. Ma noi ci speriamo, teniamo duro. Abbiamo sempre incentivato la possibilità di ampliare il bacino d’utenza».

Davide Zardo

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