Valle, al via ai lavori alla bonifica della Sif

Il caso Sif di Valle Lomellina è a una svolta. La Regione Lombardia ha dato il via ibera per assegnare i lavori di messa in sicurezza e di bonifica dell’area ex “Società italiana furfurolo” mediante recupero e smaltimento delle ceneri, ovvero il quarto lotto della terza fase: lavori finanziati dalla Regione Lombardia con tre milioni di euro e che prevedono anche la demolizione degli ex immobili produttivi, per molti anni al centro di polemiche a sfondo ambientale e amministrativo.  Nel 1995, due anni dopo la chiusura della ditta, la Guardia di Finanza aveva scoperto 1.500 bidoni di furfurolo e altre sostanze tossico-nocive.

Roberto Bertassi, sindaco di Valle

I LAVORI «La gara d’appalto verrà gestita dalla Centrale unica di committenza di Garlasco. – spiega il sindaco Roberto Bertassi –. Abbiamo trovato l’accordo con la Regione per utilizzare il finanziamento e procedere prioritariamente con la demolizione degli edifici che ormai versano in stato di assoluto degrado. Dalla scorsa estate il Comune, che è proprietario dell’area di via Stazione, si è subito messo al lavoro per chiudere la vicenda. Se non ci saranno intoppi, terminata la gara di appalto, i lavori potranno iniziare entro settembre. La speranza è che entro la fine del mio mandato si possa arrivare alla demolizione dell’immobile con l’area pulita». Una vicenda che si protrae da quasi trent’anni fra una serie di liti giudiziarie, di polemiche politico-amministrative e di picchettaggi promossi negli anni dai vari comitati civici.

LA STORIA DELLA SIF Fra gli anni Novanta e Duemila la proprietà dell’ex Sif si era più volte rivolta alla magistratura per far togliere i sigilli e rientrare in possesso dell’area di via Stazione, su cui il Comune aveva avviato la bonifica d’ufficio. Nel 2000 l’allora Tribunale di Vigevano aveva autorizzato il sequestro conservativo a favore del Comune di Valle e a carico dell’ex Sif. I lavori di bonifica erano partiti nel 2005 secondo un progetto che prevedeva l’asportazione e lo smaltimento dei terreni contaminati con suddivisione dell’area in tre (poi quattro) lotti d’intervento. Preventivo di spesa: 14,5 milioni di euro, poi diventati 30. L’intervento fu assegnato a Cantieri Moderni e Sarp Industries, ma la Sadi e la Riccoboni, associazione temporanea d’imprese partecipante alla gara d’appalto, avevano contestato alle ditte vincitrici la mancanza del requisito di trattare “rifiuti pulverulenti”. Così i lavori erano stati bloccati per due anni a causa del ricorso al Tar. «Spero – commenta Bertassi – che non ci siano altri ricorsi».

                                                                                                              Davide Zardo

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