Ecumenismo: «Il Natale che unisce»

Un Natale all’insegna della condivisione e alla riscoperta dell’amore quello che festeggeremo quest’anno.

Tradizione cristiana, il Santo Natale è ormai diventato un’occasione per tutti per poter festeggiare insieme, credenti o non credenti che siano, ed è anche una festività che ha conquistato anche fedeli di altre religioni e che colgono l’occasione per riunirsi in un momento di convivialità e condivisione.

ORTODOSSI Entrando più nel dettaglio, il Natale viene celebrato da tutta la comunità cristiana seppur con qualche differenza tra le varie chiese. I riti di ortodossi e copti egiziani, due comunità che annoverano numerosi fedeli a Vigevano, presentano peculiarità che riguardano soprattutto il giorno della celebrazione vera e propria della Natività, rispetto alle liturgie. «La Chiesa ortodossa – racconta padre Sergio Mainoldi – festeggia liturgicamente il Natale il 7 gennaio, data in cui si celebra sia la nascita di Gesù Cristo, sia l’arrivo dei Re Magi e dei doni. Questa differenza tra cattolici e ortodossi sta nel fatto che la nostra Chiesa segue il calendario giuliano che, rispetto a quello gregoriano, ha una differenza di tredici giorni. Nonostante tutto, alcuni fedeli seguono sia il calendario gregoriano, sia quello giuliano e per questo cogliamo l’occasione per festeggiare anche il 25 dicembre, come opportunità per stare insieme». Quella della data si tratta di una delle poche differenze tra cattolici e ortodossi, essendo l’antologia tra le due chiese la medesima. «L’antologia della Natività – prosegue padre Sergio – anche per noi credenti ortodossi è la stessa dei cristiani cattolici. Entrambe, infatti, hanno un’origine comune e storicamente e liturgicamente, il Natale rappresenta la manifestazione visibile della carne, quindi l’incarnazione, ovvero il legame tangibile tra annunciazione e Natale e proprio per questa ragione il Natale è la seconda festa importante per tutti i cristiani».

Disegno bambino Natale copti
Un disegno realizzato da un bambino in occasione dell’arrivo di Gesù nel cuore

TRADIZIONI Tuttavia, esiste una differenza tra le due chiese, molto tempo fa un punto in comune per entrambe, ma che per i cattolici è cessato di essere celebrato. «Una delle tradizioni che ci differenzia ora dai costumi cattolici – continua padre Sergio – ma che in origine era condivisa anche dalla chiesa latina, sono le quaresime. Il Natale ortodosso, infatti, è preceduto da una quaresima di quaranta giorni, più leggera rispetto a quella che precede la Pasqua. In origine, anche in occidente c’era un tempo del digiuno precedente al Natale, e alcuni trattati risalenti al medioevo testimoniano la presenza di quattro tempi di quaresima nella chiesa latina, tempi che sono stati mantenuti nella tradizione ortodossa».

COPTI Stessa data di festeggiamenti natalizi anche per i cristiani copti che, proprio come gli ortodossi, festeggiano la Natività il 7 di gennaio. «Anche noi come chiesa orientale festeggiamo il 7 gennaio come gli ortodossi – racconta padre Daniele Makary – ma la liturgia è praticamente identica a quella celebrata dai cattolici, forse un po’ più lunga. La nostra tradizione vuole celebrare la Natività di nostro Signore in concomitanza con l’avvento dei Magi». Una festività che unisce tutti i fedeli, indistintamente. «Sicuramente uno dei valori natalizi condivisi con tutti i cristiani è l’amore per Dio. Dio ha cercato un posto dove nascere e non ha trovato nulla se non una mangiatoia. Dovremmo tutti noi accogliere Gesù nel nostro cuore perché se lui entra in noi, sarà per tutti un posto migliore e un mondo più prezioso e amorevole».

Rossana Zorzato

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