Vigevano, Tar: la giunta resta dov’è, almeno per ora

All’opposizione in tribunale, in maggioranza in consiglio comunale. E’ la situazione surreale che sta vivendo la politica vigevanese, in cui due consiglieri – Giulio Onori e Rimma Garifullina di Forza Italia, anche se non è chiaro quale Forza Italia – sono allo stesso tempo ricorrenti al Tar della Lombardia contro la decisione della Prefettura di Pavia di annullare le dimissioni loro e degli altri “congiurati di Sant’Andrea” che avrebbero portato allo scioglimento della consiliatura e membri di un partito “di governo” che quella consiliatura vuole far proseguire. E la situazione resterà questa ancora per un po’: il Tar, che avrebbe dovuto pronunciarsi mercoledì, ha rinviato la sua decisione.

L’ANTEFATTO Prima di tuffarsi nella cronaca forse è bene ricapitolare. Il 30 novembre 2022, di buon mattino, il capogruppo del Pd Alessio Bertucci si era presentato all’Ufficio protocollo per far vidimare le dimissioni sue, dell’intera opposizione e di quattro consiglieri di maggioranza, gli stessi Onori Garifullina a cui si aggiungevano Claudia Montagnana e Riccardo Capelli, ovvero la maggioranza più uno del consiglio comunale, che sarebbe decaduto. Tutti avevano preventivamente firmato la rinuncia all’incarico davanti a un notaio e sembrava che la giunta del sindaco Andrea Ceffa fosse appesa a un filo… o meglio, a un Capelli, che nottetempo aveva deciso di recedere dal suo proposito dimissionario e di rinnovare convinta fiducia all’amministrazione. Il ripensamento si era accompagnato a una delle pagine più nere della democrazia ducale: la sparizione del documento originale delle dimissioni di Capelli, già protocollato e svanito misteriosamente in un Ufficio protocollo troppo affollato, vista la presenza di agenti della Polizia Locale, dell’assessore alla Sicurezza Nicola Scardillo e di altri membri della maggioranza. A questo punto era toccato al prefetto, all’epoca Paola Mannella trasferita poche settimane dopo a Roma, dirimere la matassa: le dimissioni non erano valide. Sventata la “congiura di Sant’Andrea” – santo del giorno e nome di battesimo del sindaco – il tutto era parso sgonfiarsi, fino a quando quattro consiglieri non avevano deciso di presentare ricorso al Tar: Furio Suvilla (all’epoca Azione, ora liberal-conservatore), Emanuele Corsico Piccolini (Pd), Onori e Garifullina.

Vigevano - cade giunta Ceffa Capelli dimissioni
la lettera “scomparsa” – le dimissioni di Capelli, presentate e protocollate

IL TAR Ricorso che il Tribunale amministrativo ha ammesso al dibattimento senza tuttavia concedere la sospensiva che avrebbe portato al commissariamento del comune, non riconoscendone l’urgenza. Mesi di attesa a “spaccare il Capelli in quattro” fino a mercoledì scorso, quando si è svolta l’udienza che avrebbe dovuto accogliere o respingere le motivazioni dei ricorrenti, aprendo in entrambi i casi a un probabile appello al Consiglio di Stato. Invece il nuovo colpo di scena: per decidere bisogna prima notificare il procedimento in atto a tutti i consiglieri e al Comune e non solo alla Prefettura e ai coinvolti direttamente dalle dimissioni. «Il collegio – è la nota ufficiale dell’avvocato Lorenzo Tamos, che sta seguendo il ricorso per conto dei ricorrenti – in modo piuttosto sorprendente e inusuale, ha ritenuto, prima di decidere, di disporre l’integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i consiglieri comunali e del Comune. Annoto che, processualmente, il contraddittorio è previsto nei confronti di un solo controinteressato (e, nel caso, ne sono stati coinvolti addirittura quattro). Alla mia richiesta di specificazione circa la detta inusuale ordinanza, il nuovo relatore della vertenza ha affermato verbalmente che il Collegio, prima di assumere la propria decisione, desidera avere al proprio cospetto processuale tutti i soggetti potenzialmente coinvolgibili dalla sentenza».

L’ATTESA Ci sarà ancora da aspettare, una situazione che scontenta sia chi ha presentato ricorso sia il sindaco Ceffa, la cui azione amministrativa è stata fortemente penalizzata dagli esiti della “Congiura”. «Il Relatore del Tar – commenta il primo cittadino – ha stabilito di dare la possibilità a tutti di esprimersi. Gli avvocati non ne danno una lettura negativa, ma è chiaro che la questione è ancora aperta e questo non mi soddisfa. La cosa interessante sarebbe sapere cosa ne pensano i due consiglieri che ora sono in maggioranza, mi sarei aspettato che disconoscessero il ricorso. Mi sembra una situazione kafkiana: ci sono due consiglieri che fanno parte di Fi, partito che si è espresso a favore della maggioranza e del fatto che l’amministrazione prosegua, ma allo stesso tempo hanno un ricorso pendente che potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio. E’ un controsenso».

APOLIDI I diretti interessati sembrano pensarla diversamente. Onori, fresco azzurro dopo la lunga militanza nella Lega e quella più breve in Italexit, dà la sua versione: «Io, Garifullina e Squillaci – spiega Onori – non siamo ancora stati accettati dalla maggioranza, dato che il sindaco non vuole riconoscerci. Ad ogni modo quello che pensavo prima lo ribadisco anche adesso: questa amministrazione non faceva niente per la città e non lo sta facendo nemmeno ora». Essere o non essere? Ma è fuori luogo, quella era una tragedia.

Giuseppe Del Signore (ha collaborato Dz)

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