Una prima dose non fa primavera. Anche perché non c’è: se nelle ultime settimane si era assistito a una lieve ripresa delle vaccinazioni a Vigevano e in Lomellina,
negli ultimi sette giorni c’è stata una nuova e decisa battuta d’arresto. Considerando i principali centri del territorio hanno iniziato il ciclo vaccinale 29 persone,
un quinto di quelle che si erano avute nella sola Vigevano nei precedenti sette. Nella stessa città ducale del resto si è passati da 108 a 9, un tracollo che si ritrova un po’ ovunque, con Mortara che va da 39 a 4, Garlasco da 15 a 6 (flessione più contenuta), Gambolò da 16 a 3, Mede da 24 a 7, addirittura Cassolnovo non ne conta nessuna. Il risultato è che a livello percentuale in tutti questi comuni l’impatto è stato nullo.
RESTA IL NO Il rallentamento si abbina al persistere di una fetta consistente della popolazione che non è coperta dagli effetti più gravi della Covid-19, nei comuni considerati circa 18mila residenti di cui almeno 8mila per scelta ovvero soggetti che volendo avrebbero potuto accedere alla vaccinazione e finora hanno deciso di non farlo. Di questi oltre 3700 si trovano nella sola Vigevano, 1500 a Mortara, 750 circa a Garlasco, 500 a Gambolò, quasi 400 a Cassolnovo. A livello nazionale fondazione Gimbe precisa come sia senza protezione il 62.7% di chi ha tra 5 e 11 anni, il 12.7% di chi ne ha tra 12 e 19, il 7% tra 20 e 29, il 10.5% tra 30 e 39, il 12% tra 40 e 49, il 7.1% tra 50 e 59, il 5.1% tra 60 e 69, il 4% tra 70 e 79 e lo 0.6% degli ultraottantenni, per un valore medio del 14.5% tra tutti gli italiani.
TERZO TEMPO A tali dati fanno da contraltare quelli delle terze dosi, che a livello provinciale hanno raggiunto il 72.3%, al di sopra della media lombarda (69.7%), tra i vigevanesi sono il 73%, tra i mortaresi il 70%, tra i garlaschesi il 71.4%, tra i gambolesi il 74.6%, tra i cassolesi il 71.2%.
Gds
