Vigevano, arriva la mostra “I am an outsider”

Mostra “I am an outsider” di Marco Avaro. Alla presentazione della mostra sabato 20 gennaio alle ore 17 in viale Francesco Sforza II al civico 5, presso l’Aula dell’asilo Deomini, si aggiunge l’inaugurazione dello sede “Cavallo Blu”. Nell’occasione, come letto nell’incipit, verrà proposta una mostra personale di Marco Avaro: si tratta di un outsider artist che ha incontrato gli organizzatori quasi casualmente: sono rimasti colpiti dalla qualità ma anche dalla produzione artistica di Marco ed hanno deciso di promuoverla e renderla accessibile a un pubblico il più vasto possibile.

Marco Avaro, classe 1989, vive a Carmagnola in provincia di Torino, è un outsider che spazia dalla pittura alla scultura, che produce la sua musica, scatta fotografie insolite e riesce a fare arte con qualunque cosa gli capiti sotto mani. Anche per queste ragioni “Cavallo Blu” ha deciso di promuovere e condividere la sua arte. “I am an outsider” Una mostra mostruosa: per la mostra che sarà inaugurata il 20 gennaio Marco Avaro ha selezionato personalmente le opere che verranno esposte durante l’inaugurazione della sede di Cavallo Blu che compongono la personale “I am an outsider – una mostra mostruosa”: quella che si vedrà comunque sarà una piccola parte della sua produzione pittorico che rappresenta principalmente, donne, madonne, disagi, demoni.

LA MOSTRA L’arte di Marco è cruda, sbiellata, istintiva e non definibile. L’appuntamento è quindi per il 20 gennaio all’inaugurazione della sede di “Cavallo Blu”: oltre al rinfresco, si legge sul sito internet di “Cavallo Blu”, chiacchiere e strette di mano si avrà anche la opportunità di avere un assaggio dell’arte di Marco Avaro. “Cavallo Blu” nasce dall’esperienza pregressa di professionisti che si vogliono spendere nella realizzazione di progetti di inclusione sociale che, però, abbiano anche un impatto culturale sulla collettività. «Vogliamo superare i pregiudizi, superare lo stigma del disagio psichico, dell’emarginazione, attraverso pratiche di educazione civile, per favorire l’inserimento dei soggetti emarginati in una rete sociale favorendo il recupero e lo sviluppo di potenzialità artistiche in un dialogo con la cittadinanza – scrivono sul loro sito – mettiamo a disposizione della cittadinanza uno spazio culturale e artistico che sia il centro di una rete di interazioni virtuose per migliorare la qualità della vita. Promuoviamo l’utilizzo dell’arte come strumento di cura incentivando la ricerca e la sperimentazione sul territorio nazionale e così favorire processi culturali di inclusione attraverso l’arte».

Isabella Giardini

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