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Pavia resta senza “tecnici”. Gli Istituti tecnologici superiori sono una realtà piccola, ma consolidata del panorama d’istruzione italiano, eppure quella pavese è una delle due province lombarde (l’altra è Lecco) in cui non è presente una Its Academy autoctona e, anzi, una delle due oggi operative se ne andrà dal prossimo autunno: Jobs Factory chiuderà in novembre l’ultimo percorso. Dovrebbe subentrare “Cantieri dell’arte” di Milano, che ha già attivato una sede a Pavia e sopravvive meccatronica al Cardano (succursale di Sesto San Giovanni), ma nessuna delle Fondazioni ha base in Provincia. Secondo il rapporto Indire presentato lo scorso 22 marzo e relativo al 2022, in tutta Italia gli studenti degli Its sono 9246, l’87% il tasso di occupazione a 12 mesi dalla fine del percorso, con un 93.8% di coerenza tra lavoro svolto e formazione, una performance migliore di molti percorsi universitari. Eppure restano sconosciuti alla maggioranza degli studenti delle superiori e il territorio è sguarnito, proprio nel momento in cui la sperimentazione ministeriale del “4+2” li valorizza: 4 anni di istituto tecnico, anziché gli attuali 5, a cui aggiungerne 2 di Its Academy; che, se il progetto diventasse definitivo, dovrebbero essere presenti anche a Vigevano e in Lomellina come sbocco per Casale, Caramuel, Einaudi e Da Vinci.
COSA SONO Istituiti nel 2009 e riformati nel 2022 secondo il modello “Academy”, gli Its sono «scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permetto di conseguire il titolo di tecnico superiore», come spiega il Ministero. Di fatto una realtà intermedia: tra scuola e imprese, tra secondaria di secondo grado e università, non a caso ha la forma della “fondazione di partecipazione” con la presenza obbligatoria di un istituto di scuola secondaria, una struttura formativa accreditata a livello regionale, una o più imprese (anche gruppi, consorzi o reti), un’università o un dipartimento universitario (ma anche enti di ricerca o Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico). L’obiettivo degli Its è formare
tecnici con elevate competenze tecnologiche
cioè colmare il vuoto italiano nell’ambito della formazione tecnica. In Germania, Francia e Spagna si tratta di realtà consolidate, che coprono nei primi due casi il 40% dell’istruzione terziaria (più di 800mila e di 450mila studenti) e nel terzo circa un terzo, mentre in Italia sono poco più dell’1%, restando marginali. Le aree tecnologiche in cui operano sono efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita e per il made in Italy (ambito quest’ultimo che comprende i Sistemi agroalimentare, casa, meccanica, moda, servizi alle imprese), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e il turismo, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I percorsi si sviluppano in biennali (i più diffusi) e triennali, organizzati su base semestrale con un 60% di docenti provenienti dal mondo del lavoro e almeno un 35% di orario dedicato agli stage aziendali.
DATI Con quali risultati? Su un totale di 146 in Italia, 25 in Lombardia, gli studenti sono in crescita (maschi per il 73.5%, e tra i 20 e i 24 anni, il 42.9%, anche se cresce chi ne ha 18-19, il 37.4%), i diplomati rappresentano il 76.1% del totale (7033) e quasi nove su dieci a un anno dal titolo sono occupati per lo più con contratto a tempo determinato (38.4%) oppure indeterminato e autonomi (34.6%). Del 13% che non lo è, il 4.4% è in università, l’1.4% in tirocinio, il 5.5% non lavora, l’1.7% è irreperibile. Le aree più forti per occupazione sono meccanica (90.9%), mobilità sostenibile (90.3%), beni culturali – turismo (89.1%). E’ il frutto di una didattica che vede il 56.9% delle lezioni teoriche, il 42.6% in stage (con un 28.9% in laboratorio), la restante parte uscite, con percorsi seguiti nel 73.3% dei casi da docenti provenienti dall’impresa, nell’11% dall’università e nel 10% dalla scuola.
IN LOMBARDIA A livello regionale sono 18 su 19 gli Its monitorati da Indire, di cui 67 classificati nella fascia “premiati” – cioè con una performance di almeno 70 punti – 2 premiabili, 6 sufficienti, 6 problematici. Gli iscritti nel 2022 sono stati 2032, i diplomati 1772 (87.2%), gli occupati 1553 (87.6%) e nel 96.2% in coerenza col percorso fatto. L’indice di posizionamento della Lombardia è 9.3, alto, ma non il più alto: nonostante da sola la Regione rappresenti il 17% degli Its e il 22% degli studenti, è preceduta da Piemonte (9.9), Emilia Romagna (9.5) e Abruzzo (9.4). In Lombardia il tasso di abbandono è 15.3%, più basso che altrove (l’Italia è al 20.5%), il 21.5% degli iscritti proviene da un liceo, il 53% da un tecnico, l’1.3% ha la laurea, ma – ed è un dato significativo – di quanti risultano idonei solo il 36.9% effettivamente si iscrive (media italiana 47.2%, nel 2015 era il 73.9%). A livello regionale la quota media di iscrizione è pari a 1667€ contro i 1050€ nazionali.
Giuseppe Del Signore