21 aprile, quarta domenica di Pasqua

«Il passo in questione è uno dei tanti presenti nel vangelo di Giovanni in cui Gesù inizia la frase con «io sono». Chi conosce il quarto Vangelo sa bene che non si tratta solo della prima persona singolare del verbo essere, ma è un rimando al nome stesso di Dio. Quando Mosè al roveto ardente chiese a Dio il suo nome, questi gli rispose: «Io sono colui che sono». Al capitolo 8 di Giovanni, Gesù aveva detto

quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono.

Che Gesù fosse esistente era un’evidenza, pertanto Gesù quando dice «io sono» intende qualcosa di più, sottolinea il suo legame così stretto con Dio Padre, tanto da parlare in suo nome e rivelare il suo volto. Al capitolo 14, sempre di Giovanni, a Filippo che domanda a Gesù di mostrargli il Padre, Gesù risponderà «chi vede me, vede il Padre». Tornando al nostro brano, Gesù rivela il volto del Padre proprio nel suo essere pastore. Tutti conosciamo il salmo 22 in cui Dio è presentato come un pastore che ha cura del suo gregge e lo conduce a pascoli di erbe fresche e ad acque tranquille. Qui c’è qualcosa in più: Gesù non solo si prende cura, ma “dà la vita” per le pecore del suo gregge.
Il paragone con il mercenario ci è di aiuto. Senza pensare al significato dispregiativo del termine, colui che non è pastore, ma porta le pecore al pascolo per ricevere uno stipendio, davanti al lupo fugge e abbandona il gregge per mettersi in salvo. Gesù è ”buon pastore” proprio perché dà la vita per noi e in questo rivela l’amore del Padre che si prende cura di noi fino a farci sentire suo gregge.

Gesù poi dice di conoscere le sue pecore. Questo verbo nella Scrittura ha un significato diverso da quello che intendiamo noi di solito. È essere tutt’ uno con l’altro e viene usato per indicare il rapporto tra marito e moglie. Pensiamo a Maria che disse all’angelo «non conosco uomo». Il legame tra Gesù e noi discepoli è qualcosa di intimo. Non basta osservare i suoi comandamenti né ricordarci ogni tanto di lui né provare qualche buon sentimento nei confronti suoi. Occorre riconoscerci come una cosa sola con lui.

Poi Gesù paragona il rapporto che ha con i discepoli a quello che lo unisce al Padre. Sappiamo dal prologo di Giovanni che Gesù è il Verbo, che era presso Dio e che era Dio e che si è fatto carne. Pertanto egli non può prescindere dal legame con il Padre: al contrario noi discepoli siamo uniti a lui perché egli lo ha voluto. Tramite Gesù però noi entriamo in comunione con il Padre e con lo Spirito. Come il Padre manda il Figlio, eppure questi resta legato a lui, così il Figlio manda noi, pur rimanendo una cosa sola con lui. Noi discepoli abbiamo ricevuto il compito di ascoltare la voce di Gesù e di imparare a riconoscerla. Le voci che distinguiamo bene sono quelle che ascoltiamo tutti i giorni. Pertanto l’allenamento non può essere che quello di ascoltare con frequenza e con attenzione questa parola lasciandola penetrare nella nostra vita. Solo così impareremo a distinguerla da tutte le altre.

Il brano si conclude riprendendo il tema iniziale, cioè Gesù che dà la vita, ma con un’aggiunta che è esclusiva di Giovanni. La morte in croce di Gesù è un’offerta libera e volontaria nella certezza che questa vita egli l’avrebbe poi ripresa. Gesù non muore in croce per il tradimento di Giuda né per colpa dei sommi sacerdoti e nemmeno per la realpolitik di Ponzio Pilato. È chiaro che anche nei sinottici Gesù, se avesse voluto, sarebbe potuto scappare davanti alla croce. In Giovanni però c’è molto di più: c’è un dono consapevole che ci permette di diventare suo gregge.

don Claudio Ghidoni

Le ultime

1° maggio / Premio Fedeltà al lavoro, ricordando Antonio

Un primo maggio velato di tristezza, mercoledì mattina a...

Lourdes, esperienza che riempie di energia

Il 2 marzo 1858 Bernadette riceve dalla Bella Signora...

A Vigevano lavori sempre in corso

Cantieri senza un traguardo imminente perché, se prima doveva...

I 5 Stelle guardano all’Europa

L’unico fronte è quello delle Europee, con la candidatura...

Login

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui