Unità dei cristiani, una speranza in più

In un mondo oscurato dall’egoismo, dalla violenza, dall’indifferenza e dalla incapacità di scorgere significato, si preferisce costruire muri di divisione e, nella mancanza di compassione, non si vede Gesù in coloro che sono diversi. Partendo da qui, sabato scorso presso la chiesa dei frati cappuccini di Vigevano, si è svolta la veglia in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

INSIEME Questo evento di speranza è stato presieduto dal vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, e ha visto Cattolici, Copti Ortodossi, Evangelici, Ortodossi di Costantinopoli e Ortodossi Rumeni pregare insieme per chiedere il dono dell’Unità. Una luce nel buio, la luce che brillava all’esterno per gli 800 anni del “Natale di Greccio” che padre Giuseppe Fornoni, guardiano del convento ospitante, ha donato a ciascun rappresentante delle Confessioni Religiose presenti.

LA VEGLIA Musiche e canti a cura del coro del Gifra, a cui si sono aggiunti i coristi della parrocchia di San Pio X di Mortara e diversi rappresentanti delle altre confessioni cristiane ulteriore e prezioso segno di comunione, hanno reso il momento intenso e pregnante. Dopo l’ingresso processionale dei celebranti e la proiezione di un filmato sul tema della Settimana, realizzato dalle famiglie che frequentano la comunità copta alla Frazione Morsella, lo svolgersi della celebrazione ha visto il succedersi dei vari gruppi, a partire dalla litania di lode e ringraziamento e dalla confessione di amore a cura della chiesa evangelica Riverchurch di viale Libertà, proseguendo con la confessione di peccato e richiesta di perdono coordinata dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli presso la chiesa di San Carlo in via Boldrini, con la proclamazione della Parola seguita dalla chiesa ortodossa romena presso le suore maddalene di corso Genova – le letture sono state Genesi 18, 1-8, Salmo 138 (137) e Luca 10, 25-37 – e con la preghiera di intercessione guidata dalla chiesa copta.

IL PESCE Nell’omelia mons. Gervasoni, riferendosi all’immagine di Dio – Trinità che si fa vicinanza visitando Abramo e da Gesù, che indica chiaramente la strada per farci “prossimo” del fratello bisognoso, ha sottolineato l’importanza primaria del rimanere uniti nella preghiera. La Veglia si è poi conclusa con la consegna a ogni Comunità di una conchiglia con raffigurato un pesce, simbolo dei primi Cristiani particolarmente evocativo, cui sono seguiti i reciproci ringraziamenti e saluti. Si è trattato di un momento toccante, un passo avanti in Diocesi verso l’unità di intenti, accomunati da una preghiera:

Signore Gesù, che hai pregato perché tutti siano una cosa sola, ti preghiamo per l’unità dei Cristiani, come Tu la vuoi, con i mezzi che Tu vuoi. Che lo Spirito Santo ci doni di avvertire il dolore della separazione, di vedere il nostro peccato e di sperare al di là di ogni speranza.

Padre Makary: «Una serata in Paradiso»

«Una serata che è stata il Paradiso»: usa quest’immagine padre Daniele Makary, sacerdote della comunità copta vigevanese, per descrivere l’emozione vissuta da chi ha celebrato la veglia ecumenica al termine della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, svoltasi lo scorso sabato. «C’erano tanti fedeli, di tutte le comunità, che hanno pregato insieme – prosegue padre Makary, che nel cuore si porterà l’atmosfera di gioia condivisa nel segno della Croce – è stata una serata davvero all’insegna dell’amore di Dio e dell’immagine di Gesù».

Alla cerimonia, presieduta dal vescovo Gervasoni, oltre ai copti (i cui seguaci provengono prevalentemente dall’Egitto), erano presenti anche altri rappresentanti delle confessioni cristiane: padre Eduard Ottoboni, pastore della chiesa evangelica Riverchurch, padre Cristian Alexandru, che guida la comunità ortodossa romena, e padre Sergio Mainoldi, anch’egli ortodosso e sacerdote della parrocchia della Protezione della Madre di Dio, frequentata da fedeli principalmente originari di Ucraina, Moldova e Russia. «Anche quest’anno la nostra parrocchia ha partecipato alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – spiega padre Mainoldi – Il dialogo non lede l’identità di chi la vive nella pienezza della fede e la coltiva nell’amore di Cristo. Al contrario, un’identità incerta porta al timore dell’altro e al rifiuto del dialogo».

a cura di Carlo Cocino, Alessio Facciolo

Le ultime

Cilavegna, casa Serena: centro diurno sempre out

Il centro diurno di Casa Serena è chiuso ormai...

Mortara, la fontana tornerà a zampillare

Inutilizzata da anni, la fontana di via di piazza...

Il santuario di Pompei festeggia la Madonna del Rosario

Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato a Maria,...

Eucarestia, grande mistero

Il mistero dell'Eucaristia è qualcosa di grande, un dono...

Login

spot_img