Eravamo pronti a scrivere il nostro “Osservatorio” su “Papa Francesco da Fazio”… quando martedì scorso è accaduto un altro “evento” che ha visto protagonista il Papa Emerito Benedetto XVI con una toccante lettera inviata in seguito alle accuse e alle polemiche sui suoi presunti silenzi, in merito agli episodi di pedofilia da parte di sacerdoti quando era Arcivescovo di Monaco.
Forse giornalisticamente di primo acchito poteva portare all’idea che la seconda notizia avesse di colpo “bruciato” la prima… ma un giornale come l’Araldo, lo sappiamo, non può e non vuole certamente sottostare unicamente alle leggi del giornalismo, cercando sempre di interpretare gli eventi come “segni” per un discorso più ampio. Ecco allora davanti a noi due episodi che sembra poco definire “storici” nelle logiche vaticane e sul nostro tavolo le agenzie riferite a due “Pontefici”, apparentemente “distantissimi” tra loro, non certo dal punto di vista della dottrina, ma nella loro personalità e nella loro formazione culturale e umana.
Entrambi, sempre come si dice in gergo giornalistico, hanno “bucato lo schermo”, sono andati oltre gli schemi presumibili e le interpretazioni dei grandi guru della comunicazione. Papa Francesco che si “sottomette” alle domande in diretta di un giornalista, culturalmente (senza voler giudicare) distantissimo dalle logiche vaticane… Papa Benedetto che prende carta e penna e sceglie di “raccontare” i suoi sentimenti, le sue scelte, le sue povertà in una vicenda umana certamente triste, che vede pagine buie della vita della Chiesa. Racconta e condivide, oseremmo dire, con le “mani in mano”, le sue scelte come arcivescovo di Monaco e quelle pagine di storia, cariche di umanità, di sentimenti, di commozione.
Entrambi i Pontefici, in occasioni differenti e in modi diversi, hanno scelto di mettere da parte privilegi, sedie gestatorie, discorsi “ex catedra”, filtri comunicativi per mettersi a tu per tu con la gente… scelte e atteggiamenti per altro già profeticamente testimoniate dai loro predecessori e che oggi confermano il “modo nuovo” di comunicare da parte della Chiesa, nella scelta di un contatto immediato, senza la paura di far emergere debolezze e povertà, di confrontarsi con qualsiasi cultura e di cogliere il bene che dalle diverse fedi e sempre fermamente decisi a condividere il cammino terreno di ogni persona.
“Così diversi così uguali”, Papa Francesco e Papa Benedetto, “diversi” nel retroterra culturale e nel carattere, ma “uguali” nella consapevolezza di una missione che non prevede protocolli o schematismi ma unica con i canali del cuore più che quelli dell’ufficialità.
Dep