Recuperata la chiesa di San Giorgio

Una facciata riportata agli antichi splendori. É quella della chiesa parrocchiale di San Giorgio Lomellina, che è stata reinaugurata sabato 23 aprile, nel giorno dedicato al patrono del paese. A presiedere la celebrazione eucaristica, nel pomeriggio, l’arcivescovo emerito di Vigevano, monsignor Vincenzo Di Mauro, ricevuto sul sagrato dal sindaco Giovanni Bellomo e dal parroco don Mirko Montagnoli, che l’avevano invitato per i 250 anni della chiesa, ampliata nel 1772. Il restauro, eseguito in dieci fasi da Massimo Ferrarri Trecate con la supervisione degli architetti Vittorio Sacchi (direzione dei lavori) e Gianni Castellani (direzione artistica), ha permesso di restituire alla facciata il delicato colore lilla risalente al secolo XVIII, e coperto di giallo ocra nell’intervento del 1940.

La chiesa di San Giorgio restaurata

«Ho visto tante chiese – ha detto monsignor Di Mauro nell’omelia – ma voi siete gli unici che entrando da quella porta possono usare un aggettivo che neanche il Papa può usare, e dire: “Questa è la mia chiesa”. I bambini quando tornano dalle feste degli amici fanno paragoni con la casa loro e quelle degli altri, ma alla fine preferiscono la propria, per piccola che sia, dove c’è la propria famiglia. Tutti in famiglia abbiamo qualcuno che soffre. L’unico al mondo che poteva evitare il dolore vi si è sottoposto. Gesù sarebbe stato meno credibile se non fosse passato anche lui per la via del dolore. Attraverso il dolore diventiamo più credibili. Quando esco dalla chiesa devo dire anche a quelli che soffrono che l’ultima pagina della loro vita non è segnata dal sangue e dalla morte, ma dalla resurrezione. Poi parleranno male di voi, saranno ingrati. Ma non mettetevi mai ad amare qualcuno se non avete la forza di sostenere l’ingratitudine. Ecco perché dobbiamo tornare in chiesa ogni domenica: è come un telefonino, che spesso ha bisogno di ricaricare le batterie. Questa parrocchia è la casa di Dio in mezzo alle nostre case. Il termine parroco, dal greco, significa “colui che è vicino alle nostre case”. Anche gli amministratori comunali dovrebbero essere parroci per i loro concittadini».

Davide Zardo

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