Barriere architettoniche, quanti problemi e disagi a Vigevano e Mortara

Vigevano non è ancora una città per disabili. Se da un lato si continua a sensibilizzare sul tema della disabilità e dell’accessibilità negli spazi pubblici e privati, dall’altro si è costretti a destreggiarsi tra le numerose barriere architettoniche che caratterizzano le strade cittadine e non solo. Una triste evidenza che stride con quelle che sono le buone intenzioni proclamate da amministrazioni e da una società che parla sempre di più di diritti e inclusione. Obiettivi che sono ancora lontani in Italia, così come nella città ducale.

 «Sono tante le limitazioni – spiega l’avvocato Enrico Beia, vicepresidente di Aias Vigevano – di diversa natura che impediscono l’accessibilità, o la fruizione in sicurezza di edifici e servizi a determinate categorie di individui».

LA SITUAZIONE Scale, marciapiedi dissestati, e pedane inesistenti sono solo alcuni dei problemi che riguardano anche Vigevano e che rendono difficili, se non impossibili gli spostamenti delle persone con disabilità. «Il vero problema in fatto di barriere architettoniche riguarda in particolar modo le periferie – prosegue l’avvocato – mentre, nel corso degli ultimi anni, alcune migliorie e maggiori attenzioni in termini di accessibilità sono stati fatti per il centro storico. Tra le varie migliorie mi viene da pensare alla stazione ferroviaria, dotata di ascensori per persone in carrozzina e con difficoltà motorie, così come il percorso tattile per non vedenti».

MA IN PERIFERIA… «Ci sono però da fare ancora passi da gigante per quanto riguarda le periferie – spiega Beia – basti pensare a corso Novara in zona Santa Giuliana dove il marciapiede è talmente stretto da costringere una persona in carrozzina a viaggiare direttamente sulla strada. E’ questo è pericoloso in particolare per le persone con disabilità ma anche per gli automobilisti che sono costretti a evitarli. Stessa cosa per via Vallere dove il marciapiede nemmeno esiste e se c’è, come in via Manara Negrone, è dissestato e privo di discese per carrozzine». Ci sono barriere che riguardano anche i semafori della città, nessuno dei quali provvisto di segnale acustico per non vedenti, così come alcuni esercizi privati che non sono provvisti dei giusti strumenti per permettere l’accessibilità a queste persone.

LA TESTIMONIANZA Con Paola Cerri, una signora residente nel centro Aias, costretta a spostarsi in sedia a rotelle, abbiamo fatto un percorso per verificare sul campo. Partendo dalla sezione vigevanese dell’associazione, abbiamo attraversato via Manara Negrone arrivando fino allo snodo con corso Milano. Se il tratto da viale Montegrappa fino al primo tratto di via Manara Negrone è quasi accettabile, il tratto centrale e successivo della via è pressoché impercorribile da una persona con sedia a rotelle. Da segnalare soprattutto il manto dei marciapiedi pieno di buche e, in alcuni tratti, sterrato che rende pericoloso il percorso, così come la totale assenza di discese dai marciapiedi per carrozzine e sedie a rotelle. Aias da decenni si dedica alla mappatura e alla rimozione di tutte le barriere architettoniche ma il lavoro da fare resta ancora molto.

PROBLEMI PURE A MORTARA Anche a Mortara sono tanti i problemi presso la stazione ferroviaria, così come raggiungere a piedi l’ospedale Asilo Vittoria, di fatto isolato rispetto al resto della città. La struttura sanitaria di Strada Pavese necessiterebbe infatti di un potenziamento dei collegamenti. Il sindaco Ettore Gerosa dice che «sta cercando di capire se ci sono persone o pazienti che potrebbero necessitare del servizio. Ma – precisa – sarà un servizio di volontariato». E’ in fase di definizione un progetto, fa inoltre sapere il sindaco, ma c’è carenza di personale, quindi occorrerà del tempo per affrontare il tutto».

Rossana Zorzato

(ha collaborato Edoardo Varese)

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