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Mentre a Vigevano i morti sono più del doppio dei nati e la popolazione sembra avviata a una riduzione, sta prendendo forma un’altra Italia: le nascite segnano un nuovo minimo storico, le iscrizioni dall’estero consentono alla popolazione di rimanere stabile, l’aspettativa di vita guadagna sei mesi e arriva a 83.1 anni, i cittadini italiani diminuiscono di 174mila unità e sono compensati dai cittadini stranieri che diventano italiani (quasi 200mila, in lieve ribasso sul 2022, 214mila). A prescindere da ogni giudizio di merito, questa è la realtà che mettono a fuoco i dati provvisori sulla demografia presentati dall’Istat a fine marzo, che descrivono uno scenario consolidato, anzi destinato ad accentuarsi nei prossimi anni a meno di eventi particolarmente significativi (come lo è stato la pandemia per la mortalità, anche se perfino un evento di tale portata ha esaurito la sua spinta nell’arco di tre anni e nel 2023 si è tornati a un tasso in linea con quelli pre-Covid) o di politiche capaci di convincere chi vive nella penisola a cambiare radicalmente le proprie scelte di vita. Anche a Vigevano e in Lomellina, territorio che non fa eccezione e che anzi in alcuni contesti anticipa o è buon testimone dei trend nazionali.
A PICCO Nella città ducale il 2023 è stato l’anno con il minor numero di nuovi nati in età repubblicana, fermandosi a 383, significativamente meno dei 414 del 2020 (primo anno di pandemia) o dei 411 del 2017. Probabilmente per trovare un dato più basso occorrerebbe tornare al regno d’Italia se non prima, quando tuttavia anche la popolazione totale era inferiore e dunque in realtà il peso specifico delle culle più alto. Accanto alle nascite che diminuiscono, ci sono i decessi che restano alti, 800 nell’arco dell’ultimo anno, lontani dai 984 del 2020 e meno degli 833 del 2022, ma più del doppio dei fiocchi azzurri e rosa e il quinto dato peggiore negli anni Duemila, per un saldo demografico di -417 che è il più negativo di sempre eccezion fatta per il 2020 (-570 in gran parte per Covid-19). Il passivo non è colmato neppure dalle iscrizioni all’anagrafe: sono state 1387 da altri comuni italiani, 565 dall’estero, 227 per altri motivi (in tutto 2179), mentre le cancellazioni sono state 1394 per altri comuni, 183 verso l’estero, 440 per altri motivi, con un saldo di +162 che non basta a riportare in attivo l’andamento demografico. Il 2023 vede pertanto un decremento di 255 residenti, con la popolazione che si ferma a quota 62614 (-0.7% sul 2022 e -1.4% in rapporto al 2021). Il trend sembra diventare strutturale: negli ultimi 5 anni la popolazione è decresciuta in 4 occasioni, 6 negli ultimi 10.
LOMELLINA La situazione è eterogenea nel resto della Lomellina, Mortara a 96 nascite vede una leggera risalita (erano 91 nel 2022, 84 nel 2021 così come nel 2019), mentre i decessi si fermano a 201 e il saldo ingressi/uscite è in positivo per 135 unità (807 iscrizioni, 672 cancellazioni), consentendo alla popolazione di crescere di 30 arrivando a 15419 (+0.4%). Gambolò invece è più vicina a Vigevano, per il terzo anno consecutivo rivede al ribasso il record negativo dei neonati (45, in precedenza 49 e 55, 53 nel 2018) e conta 104 morti, chiudendo a 9750 cittadini registrati (+0.2%). A Garlasco situazione stazionaria: 50 nati (contro i 64 dei dodici mesi precedenti), 191 morti, 9527 residenti (+0.2%). Spostandosi nell’area interna è emblematico il caso di Mede: 33 tra fiocchi azzurri e rosa, quasi il doppio dei 18 del 2022 (dato più basso di sempre), ma a fronte di 105 deceduti e di più cancellati (180) che iscritti (161), col risultato di una flessione della popolazione del -1.29% da gennaio a dicembre.
NUOVI ARRIVI In tutto il territorio lomellino, così come nel resto d’Italia, a essere determinante è l’apporto di chi arriva da fuori Italia. A Vigevano le iscrizioni dall’estero sono numericamente inferiori di quelle da altri comuni, ma se le seconde sono di fatti in equilibrio con chi lascia i confini municipali per altri centri, le prime restano molte di più delle migrazioni fuori dall’Italia. Lo stesso si ritrova a Mede, Mortara, Gambolò, solo a Garlasco anche il numero di chi si trasferisce in altri municipi è inferiore a quello di chi arriva. Gli stranieri nella città ducale sono 10081, +0.7% sul 2022 e il 16.1% della popolazione cittadina, ai quali occorre aggiungere le 900 persone che negli ultimi dodici mesi hanno ottenuto la cittadinanza italiana, che si sommano a coloro che l’hanno conseguita in precedenza (il fenomeno si può considerare rilevante a partire dagli anni ’10: erano 27 nel 1999, 295 nel 2019) e che fanno comprendere quanto sia ormai composita la demografia vigevanese. I minori per più di un quarto non sono cittadini italiani (26.2%), con 2254 under18 su un totale di 9734.
ETA’ Analizzando la piramide per età, i minorenni sono il 15.5% del totale dei vigevanesi (-0.2% rispetto al 2022, all’interno della popolazione straniera sono il 25.3%, -2% in dodici mesi probabilmente soprattutto per il conseguimento della cittadinanza da parte di genitori), tra i 19 e i 64 anni, il grosso di quella che si considera la popolazione attiva cioè in età lavorativa, si concentra il 59.7% del totale – il 25.9% ha tra 19 e 42 (+0.1%, il 41.7% di chi non è italiano) e il 33.8% ne ha tra 43 e 64 (+0.2%, il 28.9% con un incremento dell’1.1%) – mentre gli over65 sono il 23.2% (-0.2%, tra i non italiani sono il 4.1%, +0.8%) e gli ultranovantenni l’1.5%: in tutto 964, +31.3% in dodici mesi.
ITALIA Quest’ultimo dato consente di allargare l’orizzonte e di collocare Vigevano e la Lomellina nel contesto nazionale, nel quale per ogni bambino con meno di 10 anni c’è almeno un ultraottantenne, con un’età media di 46.6 anni. «Questo rapporto – scrive Istat – era di 2.5 a 1 25 anni fa, di 9 a 1 50 anni fa». Con 1.2 figli per donna difficile immaginare una realtà diversa, anche perché il rallentamento è ormai consolidato anche tra gli stranieri, che in precedenza avevano un numero di figli per donna superiore, e l’età media del primo parto si mantiene alta, circa 32.5 anni. Anche l’aspettativa di vita alla nascita è più alta, pari a 83.1 anni, per l’esattezza 81.1 anni per gli uomini (81.7 nelle regioni del Nord, 80 in quelle del Sud) e 85.2 per le donne (85.7 contro 84.3), frutto di una riduzione della mortalità che si rileva per tre quarti nella fascia d’età over80. La distinzione tuttavia non è solo geografica, ma anche tra aree interne e poli:
Le aree interne sono caratterizzate, nel lungo periodo, da un progressivo invecchiamento e declino della popolazione che rischiano di esasperare gli elementi di fragilità già presenti in questi territori.
Per questo, come si è visto a Mede per l’area interna Lomellina, la tendenza è ad abbandonarle, soprattutto quando si è giovani. Significativo inoltre il calo registrato nel centro polo, Vigevano, nello stesso anno in cui la Lombardia è la seconda regione italiana per incremento demografico (+4.4 per mille). Da ultimo uno sguardo ai trasferimenti da e per l’estero: «Le iscrizioni nel 2023 sono pari a 416mila, in lieve aumento (+1.1%) rispetto al 2022, ma in decisa crescita rispetto alla media dell’ultimo decennio (circa 314mila l’anno)». Le cancellazioni invece «continuano a diminuire. Nel 2023 sono 142mila, in calo del 5.6% rispetto al 2022 e di circa il 21% rispetto al 2019». Tuttavia nel complesso questo produce una contrazione della popolazione di cittadinanza italiana (-174mila, -3.2 per mille) e un aumento di quella straniera, connesso a un conseguimento della cittadinanza italiana che «sfiora le 200mila unità».
Giuseppe Del Signore