Coronavirus Lombardia, in sette giorni +126% ricoveri in rianimazione

Sono i numeri che spingono la Lombardia a chiedere al governo un coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino già da oggi.

In sette giorni (dal 12 al 19 ottobre) i ricoverati in terapia intensiva crescono del 126%, quelli con sintomi del 145.4%, un’impennata pari a circa sei e tre volte la crescita della scorsa settimana.

ALLARME LOMBARDO L’epidemia ha cambiato passo a livello regionale e la sfida è diventata impedire che l’evoluzione del contagio torni a essere esponenziale. I dati lombardi per la prima volta dalla conclusione del lockdown tornano a essere peggiori rispetto a quelli nazionali: i positivi aumentano dell’84.1% contro il 61.9%, i ricoveri italiani sono in crescita del 76.3% in rianimazione e del 59.2% negli altri reparti, solo l’incremento complessivo dei contagiati e dei morti sono inferiori. Nel primo caso si ha +13% in Lombardia contro +17.8% Italia, ma nell’intervallo precedente si segnava +5% contro +9.8%, nel secondo i decessi aumentano dell’1.1% nella penisola e dello 0.6% in Regione, a fronte del +0.6% e del +0.09% di sette giorni fa.

I numeri assoluti restano lontani da quelli di marzo e aprile, ma è il ritmo a preoccupare le autorità e a far temere misure drastiche che tutelerebbero la salute, ma potrebbero non avere un costo inferiore dal punto di vista socio-economico.

RINCORSA Del resto il numero degli attualmente positivi è il più alto da quando è iniziata l’epidemia in Italia, 134003 persone di cui 24634 in Lombardia. E non è un numero “spinto” dai tamponi, perché questi non riescono a tenere il passo dei malati. Gli esami sono aumentati del 6.5% e dell’8.0% a livello nazionale e regionale, ma il rapporto tra test eseguiti e casi trovati cresce per la quarta settimana consecutiva: in Italia arriva al 6.5% (contro il 4%, 2.3%, 1.8% precedenti), in Lombardia al 7.9% (contro 3.9%, 2.3%, 1.2%), ben al di sopra della soglia del 3% che gli studiosi considerano il massimo per un buon tracciamento dei contagi, tanto che Asl e Ats di tutto il Belpaese continuano a lanciare l’allarme perché non riescono a seguire le catene dei contatti dei positivi e che il governo è corso ai ripari inserendo nel Dpcm «l’obbligo» per le aziende sanitarie di «caricare il codice chiave» dei contagiati sull’app Immuni.

Gds

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