Mortara, un progetto per trovare mediatori culturali e favorire l’integrazione

Un’integrazione da favorire, attraverso un processo che sebbene risulti ancora in fase sperimentale, ha delineate quelle che dovranno essere le proprie finalità. L’amministrazione comunale di Mortara ha provveduto a approvare una delibera per mezzo della quale si intende avviare proprio un progetto che preveda la collaborazione con mediatori culturali per «rispondere al meglio ai bisogni e alle necessità delle persone straniere presenti a Mortara – fa sapere il sindaco Ettore Gerosa, favorendone l’integrazione a livello sociale. La corretta comunicazione tra lingue diverse è fondamentale se si vuole dare il via ad un processo di integrazione». La giunta ha demandato direttamente agli uffici comunali il reclutamento dei mediatori. Reclutamento che avverrà coinvolgendo associazioni e enti del territorio. Un progetto e un’iniziativa volti ad aiutare e agevolare in particolar modo i residenti stranieri che accedono a servizi scolastici, parascolastici e sociali.

IL PROGETTO  Ma quali sono le regole d’ingaggio e le finalità del progetto? Lo spiega il primo cittadino di Mortara: «Intermediazione linguistica e culturale tra gli stranieri e il personale del servizio sociale del Comune, con l’obiettivo di decodifica ed interpretazione dei bisogni. Anche attraverso analisi e comprensione dei valori specifici delle varie culture, raccolta delle informazioni e della storia personale e familiare, sostegno nell’accesso ai servizi sociali, culturali, scolastici, educativi, sportivi e ricreativi del territorio. Ma anche sostegno psicologico per il riconoscimento e la possibile manifestazione di disagio collegata alle difficoltà di integrazione derivanti dalla dispersione dell’identità culturale».

«Mortara è una città che presenta un buon polo scolastico – sottolinea l’assessore ai servizi sociali, Cristina Maldifassi – con una buona dose di stranieri che scelgono la nostra città come luogo di abitazione e di residenza. Attraverso la figura del mediatore culturale, avremo modo di offrire un servizio migliore, che possa favorire l’integrazione. I servizi sociali si confronteranno con le associazioni che metteranno a disposizione queste figure. Non sarà facile, ma metteremo in campo tutte le risorse e le energie di cui disponiamo». Il progetto è ancora alle fasi iniziali, ora l’obiettivo è riuscire a portarlo avanti e a termine. «Nei prossimi mesi valuteremo nel dettaglio e con attenzione in che modo attivarci concretamente. Non so se uscirà un bando apposito, ma l’intento e la nostra disponibilità ci sono tutte. Potremmo valutare anche una conoscenza psicologica, per mezzo delle realtà della Asst Pavia».

Edoardo Varese

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