Tiziano Bandiera, una molecola contro la fibrosi cistica

Il dottor Tiziano Bandiera, di Gambolò, conosciuto in diocesi come ex presidente del centro missionario diocesano, ha raggiunto una meta importante insieme ad altri ricercatori italiani e americani: è molto vicino alla scoperta di una molecola che può agevolare e salvare bambini con la fibrosi cistica.

Il progetto del quale è a capo è quello di di individuare nuovi correttori della proteina CFTR, più efficaci di quelli esistenti. «Si tratta di un avanzamento che ripaga degli investimenti di questi anni in ricerca e risorse, della fiducia di chi ha creduto e sostenuto il progetto – dichiara il dottor Tiziano Bandiera – Gli studi di laboratorio hanno portato allo sviluppo di un composto particolarmente promettente, che è stato oggetto di alcuni brevetti e ora è in licenza presso un’azienda farmaceutica che sta completando gli studi preclinici. A seguire, verrà avviata la sperimentazione nell’uomo, con lo scopo di fornire una prima valutazione sulla sicurezza e tollerabilità del composto». La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa. 

È una patologia multiorgano, che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente. È dovuta ad un gene alterato, cioè mutato, chiamato  gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), che determina la produzione di  muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati.

Da anni se ne sta occupando Tiziano Bandiera che ha studiato all’Università di Pavia dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Chimica nel 1987. Si è poi trasferito nel campo dell’industria farmaceutica e ha lavorato presso Farmitalia-Carlo Erba, Pharmacia Corp. e Nerviano Medical Sciences. La sua carriera nel settore è iniziata come ricercatore nell’area terapeutica del Sistema Nervoso Centrale, dove la sua attività principale era mirata alla scoperta di potenziali nuovi trattamenti per il morbo di Alzheimer. Nel 1998, si è trasferito nel campo dell’oncologia e ha lavorato come capo progetto di progetti di scoperta preclinica concentrandosi sulla ricerca di antagonisti dell’integrina αvß3, inibitori della tirosinchinasi e inibitori dell’arginina metiltransferasi.

Nel 2008 è entrato a far parte dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) per creare il gruppo di Chimica Medicinale del dipartimento di ricerca e sviluppo di farmaci (D3). Dal 2013 è a capo del PharmaChemistry Facility del dipartimento D3. Le sue attività di ricerca sono focalizzate sull’identificazione di potenziali nuovi farmaci per il trattamento della fibrosi cistica, del dolore e delle malattie infiammatorie.

Andrea Ballone 

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