Coronavirus Pavia / Positivi in aumento, ma il virus circola di più?

I positivi aumentano in provincia di Pavia. E’ la terza volta che accade negli ultimi due mesi

e in un contesto che comunque ha visto passare i casi attivi dai 510 di inizio settembre ai 350 di fine ottobre (dati al 25.10).

Come leggere allora il +7.4% degli ultimi sette giorni (in termini assoluti 24 malati in più)? La spiegazione dell’aumento potrebbe essere legata perlopiù a due fattori: più tamponi e più freddo. In un contesto di socialità “normale” – al netto di mascherine e Pass da esibire – e in cui lo smart working e la didattica a distanza diventano residuali, l’abbassamento delle temperature porta a stare più tempo al chiuso e magari con le finestre sempre più chiuse, creando una situazione ideale alla trasmissione del Sars-CoV-2.

PIU’ CONTROLLI Meno immediato il collegamento con i test: l’obbligo di esibire la Certificazione verde per lavorare ha portato a un aumento di antigienici e molecolari perché chi non è vaccinato è costretto a farli ogni 48 o 72 ore, col risultato di far emergere una parte delle positività che prima si “perdevano” perché casi asintomatici. I numeri lo confermano, i tamponi fatti sono aumentati del 3.4% in Italia e del 4.4% in Lombardia, quando nelle sei settimane precedenti all’introduzione del Green pass per i lavoratori l’incremento era rimasto stabile intorno al 2.2% e al 2.5%.

Si controlla di più si trovano più casi, questo vuol dire che il virus sta circolando di più? Al momento non troppo

e per capirlo occorre guardare al rapporto tra i nuovi positivi e i test eseguiti, che non è cresciuto rispetto alla scorsa settimana, rimanendo allo 0.7% su scala nazionale e allo 0.4% su scala regionale, tuttavia è opportuno segnalare che nella penisola dopo oltre due mesi rimane fermo anziché diminuire, mentre in Regione si tratta del secondo stop nello stesso periodo.

CONTESTI Il che non vuol dire che non ci siano dei segnali d’allarme, sia perché l’Istituto superiore di sanità ha certificato un aumento dell’incidenza a livello italiano sia perché è possibile osservare quanto sta accadendo nel Regno Unito. Le due situazioni non sono del tutto sovrapponibili – nel Belpaese restano in vigore misure più restrittive mentre in Gran Bretagna è stato tolto l’obbligo di mascherina al chiuso e ci sono meno vaccinati – ma gli inglesi sono nel pieno del calo dell’efficacia del vaccino, che si verifica a distanza di 6/9 mesi dall’inoculazione, qualcosa che si inizia a vedere anche qui – aumentano i casi tra i sanitari, i primi a essersi vaccinati a gennaio – e motivo per cui il Governo italiano si sta orientando con decisione verso l’estensione della terza dose a tutti i maggiorenni.

OSPEDALI Una strategia con cui si intende mantenere sotto controllo la pressione nelle strutture sanitarie, al momento intorno al 4% dei posti letto occupati. In Provincia i ricoveri sono 8 in terapia intensiva (stabili) e 24 nei reparti Covid (-7.7%), in Lombardia sono rispettivamente 48 (-7.7%) e 280 (-2.8%), in Italia 338 (-5.6%) e 2579 (+6.2%, unico in crescita). Un anno fa nel pavese erano quattro volte di più, 32 contro 121, nel quadro italiano e regionale erano cinque e otto volte di più. Questo nonostante la presenza di una variante più contagiosa come la delta: il discrimine è la vaccinazione, mentre in Italia si discute di limitazioni alla libertà causate dal Green Pass in Romania, ultima in Ue per vaccinati, si chiudono le scuole.

Giuseppe Del Signore

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