Presenze ebraiche vicine e lontane

“Presenze ebraiche a Vigevano nella storia remota e recente”. È il libro di Ermanno Boccalari che sarà presentato sabato 27 gennaio alle 15.30 al Castello Sangiuliani di Mede per far conoscere alcuni aspetti della vita sociale ed economica di Vigevano, forse poco noti, caratterizzati da un ruolo di rilievo di persone di religione e origine ebraica. L’autore ha svolto una minuziosa ricerca che rileva le prime testimonianze di banchieri ebrei nel 1400 durante il periodo del ducato Visconti Sforza e abbraccia ogni settore. Vigevano, seconda città della provincia di Pavia dopo il capoluogo, per importanza economica-sociale e per numero di abitanti, presenta segni e legami inequivocabili di una presenza ebraica nella sua storia più remota e recente.

EBREI DUCALI La città, a partire nel 1400, vide infatti la presenza di banchieri ebrei provenienti dalla Francia, prestatori di denaro alle famiglie dei Visconti e degli Sforza. La costruzione della torre del Bramante fu probabilmente terminata nel XV secolo anche grazie al contributo dei banchieri ebrei Galli, già in città dal 1435. Gli stessi provvidero alla dote di Bianca Maria Sforza. Il banco ebraico di Dattilo Galli era «ospite in Vigevano con regolare condotta dal 1435, capace soprattutto per i finanziamenti alla manifattura vigevanese dei panni di lana». Tra i secoli XI e XIII in Europa agli ebrei furono garantite condizioni favorevoli per l’esercizio dei prestiti in denaro. A partire dalla fine del XIII secolo agli ebrei fu impedito di svolgere qualsiasi attività commerciale oltre all’accesso allo studio del diritto e, con l’eccezione di alcune università spagnole e italiane, anche quello della medicina.

DOTTOR RUDICH A proposito di medicina va menzionata a Vigevano la presenza, in epoca contemporanea, prima metà del ‘900 e oltre, di Leone Rudich. Il “dutùr russ” (il dottore rosso) come era soprannominato dai vigevanesi per via del colore dei capelli. Rudich e la famiglia, dopo l’8 settembre 1943, per fuggire dalle persecuzioni razziali e dalla deportazione, trovarono rifugio in Svizzera. Al rientro a Vigevano dopo il 25 aprile 1945, riprese la propria attività di medico, dove svolse una intesa attività professionale al servizio della cittadinanza e incarichi politici a livello locale: fu consigliere, assessore, vicesindaco e sindaco.

Davide Zardo

Le ultime

Ztl, approvati i quattro accessi a piazza Ducale

Quattro accessi settimanali alla piazza e varchi transitabili sia...

Nasce il consorzio agricolo “nocrime”

Un consorzio con certificato nocrime con Seed Italia come...

Vigevano, l’Orchestra in scena al Ridotto

Tornano le "Conversazioni Fuori Tempo" organizzate dall'associazione Amici del...

Caritas, si cercano infermieri per Casa Jona

Infermieri cercasi per Caritas Vigevano. Questo l’annuncio diffuso sui...

Login

spot_img