Pieve del Cairo, rinasce la Mercurina

L’industriale Pietro Saronio nei fine settimana ci riceveva gli ospiti. Suo figlio Carlo, poi tragicamente scomparso in un rapimento finito male, ci teneva le riunioni con i capi di Potere Operaio. Il cugino Piero Masolo, missionario del Pime, l’ha fatta rinascere grazie alla Fondazione Darefrutto, che restituirà un’oasi naturalistica alla comunità. Si tratta della Tenuta San Marzano Mercurina a Pieve del Cairo, composta da due antiche cascine confinanti, poste al centro di 250 ettari di terreni agricoli, che rappresentano un patrimonio di biodiversità molto importante che Padre Masolo e i suoi collaboratori vogliono conservare e far conoscere. Il percorso è iniziato una decina di anni fa e in questi giorni sta volgendo al termine. La villa tornerà visitabile e al suo interno ci saranno percorsi ciclopedonali, una ciclofficina, qualche camera per pernottare in modo spartano, e vi si realizzeranno progetti di rilevanza culturale, naturalistica e sociale. Per perseguire questo obiettivo di rigenerazione sono arrivati anche dei contributi da regione Lombardia, gestiti dal Gal Risorsa Lomellina.«Il nostro obiettivo – spiegano i responsabili della Fondazione – si concretizza in progetti che sono rivolti a tutti e che intendono educare la comunità al rispetto del territorio, rigenerando e valorizzando l’ambiente naturale e antropico rurale. Vogliamo dare il nostro contributo a stimolare l’attività di studio, ricerca didattica e formazione, promuovere il territorio mediante iniziative di turismo rurale, naturalistico e ambientale». Non è mancata la collaborazione dell’università di Pavia con il professor Giuseppe Bogliani, del dipartimento di scienze della terra e dell’ambiente, ed è già stato ospitato una tappa del progetto Vento Bici Tour 2000, del Politecnico di Milano, coordinato da Paolo Pileri. I lomellini e i turisti potranno tornare così ad apprezzare la Tenuta San Marzano Mercurina, la cui struttura originaria risale al ‘700 e comprende sia la cascina San Marzano che ciò che resta della più antica Cascina Mercurina. Attorno oltre ai terreni agricoli coltivati a riso si può trovare un raro bosco di antichi ontani neri. Si tratta di un tipo di albero che cresce in un terreno paludoso, dove si possono trovare anche i fontanili che alimentano corsi d’acqua naturali e ricchi di specie vegetali e animali. All’interno è presente una delle più belle garzaie della Lomellina e all’esterno si può ammirare il volo degli aironi. Nell’ex riserva di caccia si possono incontrare gli animali tipici delle zone boschive lomelline come volpi, tassi, faine e donnole. Andrea Ballone

Un libro sul caso di Carlo Saronio

Padre Piero Masolo è da molti anni missionario in Algeria, oltre che a essere uno degli ultimi esponenti di una delle famiglie italiane più ricche d’Italia fino agli anni ’70. Erano i Saronio, industriali farmaceutici, proprietari dell’industria chimica Carlo Erba.

Padre Piero Masolo

Piero è cugino di Carlo Saronio, il 26enne ricercatore per l’istituto Mario Negri, che fu rapito da alcuni criminali comuni con l’aiuto di esponenti del gruppo extraparlamentare Potere Operaio. Di cui Carlo, che tutti ricordano come un giovane buono e generoso, faceva parte. I suoi sequestratori, dopo averlo prelevato davanti a casa sua, vestiti da carabinieri, lo caricarono in auto e cercarono di stordirlo con il toluolo. Sbagliarono dose e Carlo morì subito. Chiesero lo stesso il riscatto, e il suo amico fu sorpreso mentre cercava di riciclare il denaro in Svizzera. Una storia triste quella di Carlo, che passa anche dalla Lomellina dalla tenuta San Marzano Mercurina, dove Carlo teneva le riunioni con quelli che credeva amici. E che l’hanno tradito. La storia, come spesso accade nelle tragedie famigliari, è rimasta sottotraccia, al punto che lo stesso padre Pietro ha confessato di conoscerne pochi aspetti. Ma nei mesi del lockdown ha voluto ricostruirla con l’aiuto di un giornalista famoso, e anch’egli toccato dal dramma del terrorismo, Mario Calabresi. Ne è uscito un volume in grado di ricostruire una vicenda famigliare con delicatezza, che porta il titolo indicativo “Quello che non ti dicono”, scritto dal giornalista in periodo di lockdown, attraverso una paziente ricostruzione delle carte giudiziarie.

Andrea Ballone

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