Mappamondo / Transnistria, goodbye Lenin?

La Transnistria è uno Stato indipendente de facto. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, affrontò la Moldavia in una guerra civile che si concluse nel 1992 e da cui non ottenne il riconoscimento da parte dei paesi membri dell’Onu, che la considerano, a tutt’oggi, parte della Moldavia.

La sua pretesa di status speciale, di enclave indipendente, è accettata come legittima solo dall’Ossezia del Sud e dall’Abcasia, due minuscoli paesi del Caucaso separatisi della Georgia con la quale sono in perenne conflitto. Gli abitanti della Transnistria sono per la maggior parte russi, ma non per questo necessariamente filoputiniani. L’idea di fare la fine della vicina Ucraina, con cui confinano, genera panico più che accettazione. Ma i suoi abitanti sanno che se dovesse cadere Odessa, il passo successivo delle truppe di Putin potrebbe portare all’occupazione del loro territorio. La situazione è tesa. Tuttavia viaggiare in Transnistria non è difficile come sembra. Certo, i moniti ministeriali hanno ragion d’essere più per la difficoltà a livello diplomatico, qualora un connazionale si cacciasse nei guai, che per una concreta minaccia di ordine pubblico. Non essendoci nessuna ambasciata, anche il più banale incidente potrebbe costituire un grattacapo per la diplomazia. Sin dall’arrivo alla frontiera si ha l’impressione di essere stati catapultati indietro nel tempo, per lo meno all’era dell’Urss di Breznev.

Ma l’impatto più grande lo si ha all’arrivo a Tiraspol, la capitale. Gli edifici sono blocchi grigi di cemento puntellati da finestre uniformi. Le strade sono ordinate e pulite. Il silenzio regna sovrano. I mezzi di trasporto sono dei vecchi filobus che si muovono per miracolo e nella piazza centrale si erge l’effige di Lenin, il padre della rivoluzione. La bandiera di questo territorio è un drappo rosso e verde con la falce e martello ben in vista. Accanto a questa Transnistria “sovietica” ve ne è tuttavia una più moderna, incarnata dal “proprietario” di mezzo paese, o forse del paese intero. Viktor Gushan è un oligarca che possiede un’infinità di business che vanno dalla catena di supermercati Sheriff, con abbondanti mercanzie che si troverebbero tranquillamente da noi, alla squadra di calcio dello Sheriff di Tiraspol, che ha giocato anche in Champions League. I suoi contatti con gli oblast di Odessa e della Crimea preoccupano la popolazione dal momento che i suoi obiettivi commerciali coinciderebbero con quelli espansionistici di Putin.

Matteo Re, docente Università di Madrid

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