Vigevano e la Lomellina sono stati lasciati pressoché senza rappresentanza alle elezioni del 25 settembre, ma l’esito del voto toccherà anche chi vive in questo territorio. L’Araldo approfondirà le politiche che i principali partiti intendono attuare in caso di vittoria (si considerano Pd, +Europa, Sinistra-Verdi, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, M5S, Terzo polo). I programmi sono spesso dichiarazioni d’intenti e contemplano progetti irrealizzabili in concreto, ma consentono di cogliere le tendenze che orienteranno il prossimo governo a seconda della presenza di un certo schieramento nella maggioranza.

L’INDAGINE Alla luce di questo, più che sui programmi l’attenzione si concentra su come si prevede di intervenire in determinati ambiti, che più da vicino interessano la vita quotidiana dei cittadini. In primo luogo il tema energia, con le ricette per affrontare la crisi più importante nel contesto attuale, quella che se sarà gestita male potrebbe costringere amministrazioni, privati e imprese a rimanere al buio, al freddo o chiuse nei prossimi autunno e inverno. Collegato a questo argomento quello della collocazione internazionale dell’Italia, a partire dai rapporti con l’Unione europea e con la Nato, passando per la posizione da tenere nei confronti della Russia e dell’aggressione all’Ucraina.

OCCUPAZIONE E SALUTE Quindi il capitolo dedicato a tasse e lavoro. Quali sono le proposte per il ceto medio, per i redditi più bassi? Come si prevede di intervenire per dipendenti e partite Iva? Qual è la posizione sul reddito di cittadinanza, in che modo stimolare la crescita dell’occupazione e l’emersione del lavoro nero? Non è di poco conto, per un elettore, sapere se il partito per cui intende votare sarà lo stesso che lo tutelerà o lo penalizzerà dal punto di vista retributivo. Così come non lo è conoscere in che modo intende intervenire in ambito sanitario, ad esempio per risolvere la cronica carenza di medici di medicina generale in Lombardia.

a cura di Giuseppe Del Signore, Rossana Zorzato

1. Il minimo comune denominatore

PP Vigevano Caro bollette - lampadina smart

Abbassare il costo dell’energia. Questo è il minimo comune denominatore, anche se cambia la ricetta: per alcuni la via maestra è il tetto europeo al prezzo del gas (Terzo polo, FdI, Si-Verdi), per altri l’uscita dal mercato dell’energia di Amsterdam (M5S) oppure un tetto italiano (il Pd con un “contratto luce sociale” per redditi medi e bassi) piuttosto che una politica energetica comunitaria (+Europa, ma anche FdI).

MENO COSTI Accanto a questo i partiti presi in considerazione prevedono interventi per ridurre i rincari a danno di famiglie e imprese. A tal proposito la tassa sull’extra-rendita delle aziende energetiche deve essere mantenuta e rafforzata per Terzo Polo (che vuole scorporare prezzo di rinnovabili e combustibili fossili), FdI (unita alla sterilizzazione delle imposte), Lega, mentre la coalizione di centrosinsitra punta a una riforma fiscale verde per imprese e famiglie, anche a livello comunitario. Per gli approvvigionamenti, ci si divide su rigassificatori e nucleare: rispetto ai primi sono a favore Terzo Polo, FdI, Lega (ma solo uno nel sud Italia), mentre sono contrari Si-Verdi e M5S, che dicono no a termovalorizzatori (Lega e Terzo Polo li potenzierebbero), nuove trivellazioni e al nucleare, sostenuto da +Europa (fusione), Terzo Polo, Forza Italia (mini), Lega.

ORIGINALI Ci sono anche delle proposte che differenziano del tutto i diversi contendenti. La Lega lancia una politica nazionale delle materie prime, per evitare ricatti da altri paesi, il M5S lancia la “Società dei 2000 Watt”, modello di consumo sostenibile, e il superbonus imprese, FdI un piano emergenza per eventuali blackout, il Terzo Polo la riduzione del costo della CO2 per le imprese e aree di interesse nazionale per impianti di energia rinnovabile, +Europa la revisione del titolo V della Costituzione per riportare in capo allo Stato la gestione della politica energetica, il Pd un fondo nazionale di compensazione anti-Nimby per risarcire le comunità che ospitano infrastrutture energetiche impattanti (i rigassificatori), Si-Verdi l’abbandono del gas entro il 2035. Una menzione particolare per le politiche di “educazione ambientale” ipotizzate da Lega e FdI.

2. Programmi interscambiabili?

Tutti nell’Unione Europea e tutti nell’Alleanza Atlantica. A livello internazionale i programmi sembrano interscambiabili, ma è solo una prima impressione perché oltre le premesse i distinguo sono molteplici e sostanziali.

QUALE UNIONE? A partire dal condominio comunitario, che per +Europa dovrebbe essere federale, con un unico sistema elettorale per gli stati membri, l’elezione diretta del presidente della Commissione e non «delle piccole patrie» – mentre FdI punta proprio sulle «patrie» – per Si–Verdi «solidale e aperta», contro il cambiamento climatico e nella ricerca della pace. Una posizione che avvicina Fratoianni a Salvini, la Lega è l’unica forza politica a parlare di una «conferenza di pace per l’Ucraina», e Meloni a Bonino, a difesa dell’Ucraina. Tutti sentono l’appartenenza alla Nato, anche se c’è una differenza tra quella del Pd – che mette Ue e Patto Atlantico come premessa del programma – e quella del M5S, che si proclama fedele «ma con un atteggiamento proattivo e non fideistico», e l’atlantismo «non supino» di +Europa, così come c’è tra la politica estera comune dell’Ue chiesta da Fi (generale) o dal Terzo Polo (con chi ci sta).

RIFORMA E’ forte la volontà di superare il criterio dell’unanimità (favorevoli Fi, Pd, Terzo Polo, +Europa), con l’eccezione della Lega, che si impegna a difenderla. In tanti concentrano l’attenzione sul patto di stabilità, che deve essere cambiato per prevedere lo scorporo degli investimenti (M5S), per diventare «patto di sostenibilità» Pd o riformulato (Fi, Terzo polo, FdI).

IN PROPRIO Quali sono i progetti che differenziano i rivali? Per +Europa il federalismo “duro”, per il Terzo Polo il potenziamento delle scuole italiane e dello studio dell’italiano all’estero, per Fi un «piano Marshall europeo per l’Africa», per FdI il rilancio della politica nazionale per lo spazio – l’Italia fu per breve tempo la terza potenza spaziale – per la Lega la protezione del Made in Italy, per il M5S l’emissione di debito comune permanente a partire dallo “Energy Recovery Fund”, per il Pd l’allargamento dell’Ue agli stati balcanici, per Si-Verdi un inviato speciale per il clima.

3. Le tematiche più sentite dagli italiani

Manca sempre meno all’appuntamento elettorale del 25 settembre, appuntamento per cui tutti i partiti politici vogliono portare dalla loro parte gli elettori, spesso facendo leva su tematiche più sentite rispetto ad altre, due su tutte le tasse e il lavoro.

PUNTI DI FORZA Salario minimo, riforma delle pensioni e degli ammortizzatori sociali, insieme alla lotta alla precarietà sono i punti di forza su cui si basa la propaganda del Movimento 5 Stelle, ma anche idee che si rispecchiano nella campagna di Sinistra Italiana e di Azione e Italia Viva. Nel caso particolare di quest’ultimo partito, si parla di detassare i premi di produttività, combattendo la precarietà e supportando le imprese. Anche il tanto discusso reddito di cittadinanza rimane uno dei capisaldi del programma dei pentastellati, quest’ultimo in particolare prevede un rafforzamento per mezzo di misure che renderanno più efficiente il sistema delle politiche attive. Contrari al reddito Azione e Italia Viva e Fratelli d’Italia, considerato un fallimento da quest’ultimo partito, mentre sono favorevoli a una sua riforma partiti come Forza Italia, Lega e + Europa di Emma Bonino.

I PROGRAMMI Si parla di reintroduzione dei voucher, riduzione delle tasse sul lavoro attraverso il taglio del cuneo fiscale e una nuova politica del lavoro per i giovani nei programmi della coalizione di centrodestra, formata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia; mentre si vuole investire nell’occupazione di qualità contrastando precarietà e colmando le disuguaglianze territoriali secondo il programma del Partito Democratico guidato da Enrico Letta. Dal punto di vista fiscale, un’idea portata avanti dalla coalizione di centro destra è quella della flat tax da effettuarsi in tre fasi, includendo la pace fiscale e l’abbattimento dell’Iva sui beni di prima necessità e sull’Irap, un punto, quest’ultimo su cui concorda anche il partito + Europa. Contraria alla flat tax, invece, il Partito Democratico che propone di istituire un fondo per i diciottenni, tramite una patrimoniale per i plurimilionari.

4. Il desiderio di voltare pagina

Questi ultimi due anni su tutti hanno visto un esponenziale interesse verso uno degli ambiti più importanti, ma anche più bistrattati del nostro paese, ovvero il tema salute. La pandemia ha messo in luce alcune carenze e punti deboli che da sempre attanagliano la nostra sanità, ora però con il desiderio di poter voltare pagina una volta per tutte.

NUOVA SANITA’ Per poter guardare al futuro, il partito di Emma Bonino propone il rafforzamento degli enti tecnici dello stato affinché ci possa essere una maggiore tutela della salute dei cittadini, così come la promozione dei programmi di prevenzione e l’attribuzione all’Unione Europea della gestione delle pandemie, punti condivisi in parte da Azione e Italia Viva. Una visione volta all’assunzione di 40 mila operatori in tre anni quella di Sinistra Italiana, che propone anche un piano straordinario per l’ammodernamento strutturale e tecnologico della sanità pubblica, includendo una nuova politica del farmaco e l’abolizione dei vantaggi fiscali legati alla sottoscrizione di polizze assicurative sanitarie.

INVESTIMENTI E CAMBIAMENTI Voglia di investire nelle Case della Comunità, rafforzando il Servizio Sanitario Nazionale i punti portati avanti dal Partito Democratico, mentre si punta ad incentivare la diffusione e lo sviluppo della telemedicina e delle cure domiciliari secondo il programma di Fratelli d’Italia, punti condivisi anche dalla coalizione di centrodestra. Nel caso particolare dei forzisti si punta al potenziamento degli ospedali pubblici, permettendo l’accesso universale alle cure; mentre la Lega di Salvini propone di togliere il numero chiuso alla facoltà di medicina per andare incontro alla grave carenza di medici. Ultima, ma non per importanza, la proposta del Movimento 5 Stelle che propone incentivi per i pronto soccorso, potenziando l’accessibilità alle terapie innovative, e dicendo basta alle interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari, riportando la salute alla gestione diretta dello stato.

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