Scuole, Poma: «Aprire il 14 gennaio e solo al 50%, basta illudere studenti»

Per il presidente della Provincia Vittorio Poma pensare al ritorno a scuola il 7 gennaio «non è folcloristico, ma acrobatico». Ecco perché sarebbe meglio «spostare la ripartenza dal 7 al 14, procedendo in maniera graduale» e rinunciando alle illusioni perché

noi non dobbiamo far sognare gli italiani, ma raccontare le cose come stanno e in questo momento non possiamo portare tutti a scuola in sicurezza

Occorre evitare quello che potrebbe essere un salto nel vuoto: «dieci giorni fa eravamo tutti contenti perché i casi positivi diminuivano, ma appena abbiamo aperto di nuovo le porte è successo quanto era prevedibile, tutti sono usciti precipitosamente, spinti anche dall’iniziativa cashback, e già adesso paghiamo una piccola recrudescenza dei contagi.

Purtroppo gli effetti perversi dell’ultimo weekend e di quello che ci attende li vedremo nel pieno delle feste, quando la situazione potrebbe peggiorare di nuovo. Siamo davvero sicuri che sia intelligente ripartire il 7?

Il presidente della Provincia di Pavia Vittorio Poma
il presidente Poma

A SCATTI Per Poma sarebbe meglio un percorso per step ed è quello che ha proposto in videoconferenza al presidente regionale Attilio Fontana in qualità di massimo rappresentante dell’Unione delle province lombarde. «Sono un teorico della ripartenza graduale – argomenta – che sposti la ripartenza dal 7 al 14 gennaio. Ragioniamo: prima del 7 noi possiamo lavorare come vogliamo, ma sono pur sempre giorni festivi e non è un periodo ottimale per dare continuità al lavoro da fare».

Prendiamoci una settimana e partiamo col 50%: quanto più l’indice di positività cade tanto maggiore sarà la possibilità di caricamento

«Perché non pensare che nell’arco di un mese non si possa salire gradualmente di 10% in 10%? In questo modo si può garantire il trasporto scolastico in sicurezza». Una linea che anche il Piemonte sembra orientato a seguire, pensando di riprendere le lezioni l’11 col 50% degli studenti, come richiesto dai dirigenti scolastici.

TRASPORTI Anche perché secondo il presidente il problema dei mezzi pubblici è ancora irrisolto. «Essere in presenza al 75% vuol dire potenziare il servizio di trasporto attuale, che ha una capienza del 50%, altrimenti qualcuno resta a piedi. Come ci si arriva? Mettendo più risorse, che non ci sono, e più mezzi, che le società di trasporto non hanno. Il legislatore ha aperto al noleggio con conducente, che però al massimo può mettere in campo dei mezzi più piccoli in cui occorre sempre rispettare il distanziamento, e agli altri trasportatori privati, che però hanno un costo aggiuntivo. Chi se ne fa carico? Al momento queste domande non hanno trovato risposte». L’alternativa, spiega Poma, «è che il Governo ci chiede di riorientare le corse esistenti tenendo conto delle aree a domanda forte e a domanda debole, cioè di toglierle dove c’è meno richiesta, ma anche l’ultimo dei ragazzi che viaggia in una landa sperduta ha il diritto al trasporto pubblico, non esiste che io indebolisca le aree deboli, semmai devo potenziare anche quelle».

Giuseppe Del Signore

 

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