Mortara, sempre più richieste alla mensa dei poveri

Richieste in aumento alla mensa dei poveri curata dalla Caritas a Mortara. Sono le conseguenze di questo periodo di emergenza e di sbocco o riduzione delle attività economiche.

MASSIMA SICUREZZA «Normalmente distribuiamo 50-52 pasti al giorno – esordisce don Felice Locatelli, coordinatore della mensa – oggi siamo a 70-72 pasti. Un incremento quasi del 50 per cento in un solo mese. E siamo consci che la situazione sarà in continua evoluzione». Già da tempo non è possibile consumare il pranzo direttamente nei locali della mensa. «Abbiamo attivato per tutti – precisa don Felice – la consegna di borse alimentari. Nessuno consuma più il pranzo presso la nostra sede. Tutti aspettano fuori, ordinatamente, noi mettiamo la borsa con dentro gli alimenti per pranzo e cena su un tavolino. Uno alla volta entrano nel cortile, prelevano la borsa e vanno. Questo sistema riduce al minimo i contatti e i rischi connessi al coronavirus».

BILANCIO DRAMMATICO Lo scorso anno è stata superata la quota di 22 mila pasti consegnati. Il tutto a beneficio, nel 2019, di 827 persone. Un dato che fa impressione considerando che nel 2018 furono distribuiti poco più di 18 mila pasti. Un incremento di oltre il 20 per cento in un solo anno. Questa nuova emergenza porterà a fine anno a un bilancio ben più drammatico. «Abbiamo sospeso ogni attività di ascolto – aggiunge don Felice – non è possibile incontrare queste persone, sentire le loro esigenze. Al termine dell’emergenza riprenderemo con i controlli e con tutte le attività. Dallo scoppiare dell’emergenza anche il numero di volontari è ridottissimo. Non possiamo rischiare contagi. A gestire tutto è Marco Panza, con sua moglie e il figlio. Sono loro tre che seguono tutto e li ringrazio». Ogni giorno alla mensa arrivano 30 pasti già cucinati, cioè primo e secondo a cui si aggiunge la frutta. «Le scorte di magazzino che usiamo per le borse alimentari – conclude don Felice – stanno diminuendo. Abbiamo ancora carne. La mensa comunque prosegue nella sua opera e sarà aperta anche a Pasqua e Pasquetta, come sempre, a mezzogiorno, per la distribuzione.

Mentre siamo consci che la situazione peggiorerà e arriveranno nuove richieste di aiuto anche quando l’emergenza sanitaria sarà finita. E’ il prezzo che pagheremo per questa pandemia».

Giorgio Giuliani

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