«Cosa può significare il mistero della resurrezione?». E’ questo l’interrogativo che monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo della Diocesi di Vigevano, ha posto nell’omelia della Santa Messa Pontificale della domenica di Pasqua in Duomo. «Chi può salvare l’umanità? Chi può dare pace e serenità? – ha chiesto il vescovo – l’uomo contemporaneo ritiene che lo sviluppo tecnologico porterà il benessere necessario, ma questa è un’illusione». La salvezza, infatti, non deriva esclusivamente dal benessere “materiale”, ma «dalle relazioni fra persone. La salvezza è giustizia, verità, pace».
Tutte cose che nella loro pienezza si possono trovare solo in Dio, come dimostrato da quanto vissuto dal Cristo durante la Passione: «Gesù è stato abbandonato dagli amici, condannato dai sacerdoti e da Ponzio Pilato, il popolo ha scelto Barabba e non lui: tutte le forme di giustizia degli uomini lo hanno condannato». Ma Gesù, abbandonandosi a Dio, ha trasformato questa violenza in un atto d’amore: «Se vogliamo davvero la giustizia – ha spiegato monsignor Gervasoni – bisogna fare come lui: è la via di accesso alla verità del Padre».
La resurrezione di Gesù, insomma, assomiglia a quelle che nei testi sacri sono dette teofanie, una manifestazione della divinità in forma sensibile. Ma al contrario di quelle dell’Antico Testamento «dove Dio prende l’iniziativa e la persona scelta svolge una missione: Gesù ha invece già svolto la sua missione, e la teofania è l’attestazione che la parola di Dio è in lui per sempre». E anche quando i discepoli di Emmaus lo riconoscono dallo spezzare il pane, non riconoscono solo la persona fisica di Gesù,
«ma che la via di salvezza è Gesù».
«Se vogliamo la pace – ha concluso il vescovo – dobbiamo essere seguaci di Gesù, vivere le stesse istanze, amare come lui fino alla morte. Questa è la resurrezione: l’incontro con Dio che salva. Dobbiamo vivere con intensità questa fede. Magari inizialmente non ne siamo del tutto convinti: ma arriverà il momento in cui la forza dello spirito ci convincerà e lo farà grazie alla persona di Gesù».
