Regione Lombardia li ha messi al centro della fase 2, ma si è dimenticata di fargli avere la delibera con le istruzioni. I medici di famiglia si preparano ad affrontare il compito di “sentinelle del coronavirus” che gli è stato assegnato, ma chiedono di essere messi nelle condizioni di poter operare.
«A noi la delibera non è stata neanche inviata – dichiara Giorgio Rubino, che ha lo studio a Vigevano ed è presidente dell’Associazione medici di famiglia che riunisce quasi tutti i professionisti vigevanesi, pediatri inclusi – l’abbiamo scaricata da soli. La cosa interessante è che avevamo posto dei quesiti ad Ats di Pavia, la quale ci ha risposto facendo riferimento proprio a quella delibera che non ci è stata mandata. Di fatto siamo stati informati venerdì scorso (15 maggio, ndr)». Il documento “Evoluzione attività di sorveglianza e contact tracing in funzione dell’epidemia Covid- 19” è stato approvato il 7 maggio scorso dalla giunta regionale, ma il sistema oggi è operativo?
«Secondo Regione sì – spiega Rubino – il problema è che io l’unica cosa che posso fare è segnalare un mio assistito sul portale dedicato alle Malattie infettive, poi dovrebbe essere Ats a contattarlo per fare i tamponi, ma nulla si dice sui tempi secondo cui tutto questo dovrebbe svolgersi». Nel testo si legge in maniera generica che «il test diagnostico deve essere effettuato tempestivamente».
I COMPITI Il protocollo assegna a ogni medico l’obbligo «di segnalare tutti i casi, anche al solo sospetto, utilizzando il sistema sMAINF», una piattaforma già in uso prima dell’epidemia su cui occorre riportare sintomi e loro data d’esordio, recapito telefonico e domicilio del paziente, nominativi di familiari e conviventi, eventuali collettività coinvolte (soprattutto il luogo di lavoro). Contestualmente deve attivare l’isolamento anche per i congiunti (familiari o conviventi, così come i colleghi a stretto contatto) e svolgere il monitoraggio dei contagiati isolati. Un ruolo fondamentale: «Ci dicono che siamo al centro – chiosa Rubino – ringraziano per la collaborazione… va bene, allora informateci e fatelo per tempo».
USCA PROMOSSE Se la “sorveglianza Covid” ancora è in rodaggio, si è dimostrata efficace sin qui l’azione delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale introdotte da Ats e formate da due medici specializzati nella gestione del Sars-CoV-2 e del Covid-19 a domicilio o presso le case di riposo. «Domenica – racconta Rubino – ho segnalato una mia paziente telefonicamente all’Usca. Entro sera l’hanno visitata, sottoposta a ecografia e tampone, dopodiché mi hanno chiamato per concordare la terapia. Lei e il marito sono stati posti in quarantena e li sento ogni giorno, devo dire che il lavoro svolto dall’Usca è stato eccezionale».
PROSPETTIVE Tutte le strategie messe in campo saranno necessarie per evitare il pericolo di nuovi focolai, ma altrettanto importante sarà il comportamento dei cittadini. «Ora vediamo meno casi – afferma il presidente di Amf – ma gli effetti della fine delle misure li registreremo a fine mese e nei primi giorni di giugno». Ho qualche timore perché vedo comportamenti scellerati, perché non puoi stare davanti al bar a prendere il caffè mentre chiacchieri e tiri giù la mascherina. Sono favorevole alla riapertura, ma usando il cervello:
non saremo mica tutti come l’acqua della pubblicità, con un solo neurone al posto della celebre particella?».
Giuseppe Del Signore