Garlasco, rimodulazione della Tari per i commercianti

L’amministrazione comunale di Garlasco ha deciso per la rimodulazione della Tari, tassa sui rifiuti. Si tratta di una tematica che ha creato in città notevole interesse e dibattito. Si parla di tre mesi che non verranno fatti pagare dall’amministrazione comunale ma solo ad alcune categorie.

Ci riferiamo specificatamente – sottolinea il sindaco che ha anche la delega al bilancio, Pietro Farina – ai titolari di quelle attività commerciali e/o produttive (bar, negozi, botteghe, attività artigianali) che essendo rimaste ferme da marzo sino ad ora, non hanno prodotto rifiuti e quindi sarebbe ingiusto applicare una tassazione per qualcosa che non è stato generato né smaltito.

Alcuni negozi ed attività al dettaglio, secondo le disposizioni del nuovo decreto del presidente del consiglio, dovrebbero riaprire dopo il 18 maggio, mentre per altre attività specifiche, come parrucchiere e centri estetici o di bellezza si para del 1 giugno.

Garlasco il sindaco Farina
il sindaco Farina

«Esenzioni ed agevolazioni particolari, ancora inerenti alla Tari – conclude il sindaco di Garlasco – come sempre sono mirate poi a categorie sociali deboli, con criterio stabilito dagli indici Isee della situazione economica equivalente. I provvedimenti evidenziati ci sembrano di notevole importanza per sostenere alcune fasce di cittadinanza che è stata colpita più di altri dall’emergenza Covid 19». Certamente una situazione molto delicata e difficile per le fasce deboli e fragili della realtà cittadina. «Dobbiamo dare atto – conclude il capo della giunta garlaschese – che l’impegno da parte del gruppo di protezione civile, ma in generale di tutta la vasta rete di volontariato che connota fortemente la nostra realtà, è stata davvero la marcia in più che ci ha aiutati sinora ad affrontare questa emergenza in maniera continuativa, efficace e fondamentale».

Domenica scorsa a Garlasco si era svolta una manifestazione pacifica inscenata con circa una cinquantina di commercianti che erano scesi in piazza della Repubblica riconsegnando simbolicamente le chiavi dei propri negozi. Il gruppo era stato poi disperso dai carabinieri perché stavano creando un assembramento non compatibile con il periodo che stiamo vivendo. Alcuni rappresentanti del gruppo di esercenti della città lomellina sono stati poi ricevuti lunedì sera nella sala del palazzo municipale di Garlasco dal sindaco Pietro Francesco Farina insieme al consigliere con delega al commercio Riccardo Tosi. Il motivo della protesta sono i presunti ritardi di governo e Regione nella riapertura. Si parla anche di mancati aiuti economici.

I commercianti di Garlasco hanno stilato un documento in cui rivendicano alcune impellenti necessità: chiedono liquidità attraverso emissioni di obbligazioni per tutte le piccole medie imprese di qualsiasi forma giuridica. Possibilità di congelare i costi delle aziende non profittevoli causa Covid 19; sostegno alle imprese con prolungamento della cassa integrazione sino al 31 dicembre 2022. Pagamento immediato della cassa integrazione ai dipendenti per sostenere le proprie famiglie; rimborso tramite credito di imposta per tutte le spese necessarie alla riapertura che le aziende sostengono per mantenere in sicurezza i propri dipendenti e clienti inerenti alle normative Covid 19. «Cercherò di portare all’attenzione di governo e Regione – spiega Farina- il disagio di questa categoria. Noi a livello di amministrazione comunale abbiamo già provveduto ad annullare la Tari ai negozi per tre mesi. Contestualmente pensiamo di annullare anche la Tosap (tassa sul plateatico) per bar e ristoranti per tutto il 2020».

Mauro Depaoli

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