Il Solenne Pontificale della domenica di Pasqua

0
1266

La resurrezione: non una regola, ma un evento che rende preziosa la nostra vita per Dio, per sempre. Così il vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, ha introdotto il solenne pontificale di domenica 12 aprile, iniziato alle 18 in Duomo. La celebrazione, animata dai musicisti e dai cantori dello Zefiro Ensemble, è stata seguita da 140 spettatori sul canale Youtube e sulla pagina Facebook dell’Araldo. «Nella veglia di ieri – ha detto monsignor Gervasoni nell’omelia – abbiamo riletto la storia della salvezza per riscoprire il compimento del disegno di Dio: far condividere al mondo l’essere figli di Dio nella figura del Figlio incarnato come primogenito. Il “disastro assoluto” della croce, alla luce della resurrezione permette di vedere che la vita di Gesù secondo il Padre è invece vita che Dio salva per l’umanità. È questo che la Chiesa testimonia, pur nella sua fragilità. Oggi invece insistiamo sull’evento della resurrezione. Non è una regola nascosta, come quella di un inventore. È qualcosa di misterioso che accade. Il sepolcro vuoto: finché non si incontra il Signore risorto la Pasqua non accade. La salvezza non può essere costruita dall’uomo. Quando nasco io, la cosa non si ripete nelle altre nascite. Sono io, come persona, individuo unico. È un evento che ti cambia la vita.

Questa epidemia ci ha fatto capire che la vita non è quella dei nostri desideri e delle nostre certezze, ma che possiamo sparire in un secondo. La tua vita non è affidata solo a te, la salvezza non è opera dell’uomo. Di fronte alla morte, e alla nascita, non abbiamo il potere di far niente.

È un evento che spezza le regole, qualcosa di diverso e nuovo, che può dare due risultati: o è terribile o genera stupore. Crea la bellezza e fa sorgere nel cuore un rendimento di grazie. La resurrezione permette a Gesù di vivere l’amore del Padre, e a noi di trovare che questa vita è proprio bella.

Ma l’evento va annunciato, per questo occorrono gli apostoli, è un fatto nuovo, una nuova creazione. La Chiesa vive la Pasqua nella liturgia in un gesto in cui ripetiamo la risurrezione nella memoria di Gesù. Se non fosse risorto non sarebbe così, e invece è il cuore della speranza dell’uomo. Questo fa nascere la fede nel cuore come qualcosa di grande. L’incontro col Risorto suscita tanti sentimenti: come mai la pietra è rotolata e il sudario è piegato? Poi Maddalena incontra Gesù: l’evento, ciò che accade, fa nascere lo stupore. È una parte di dimensione estetica, non solo intellettuale. Rendiamo grazie al Signore perché ha vinto la morte, e perché ci permette di capire che il nostro futuro si apre alla vita eterna, come per Lui».