Rifiuti / Dove la tariffa puntuale c’è anche 75€ annui di risparmi pro-capite

La tariffa puntuale è una realtà e non un miraggio in tante città italiane. Secondo Ifel, che per Anci ha pubblicato nel luglio 2021 un rapporto ad hoc che fotografa la situazione nel 2019,

sono 900 i comuni che la applicano, concentrati soprattutto nel nord Italia e in particolare in Veneto (268), Trentino Alto Adige (244), Lombardia (146) ed Emilia Romagna (83); tra tutti sono 5 quelli che hanno tra 50mila e 100mila abitanti – nello specifico La Spezia, Lucca, Treviso, Carpi e Rho –

e 6 più di 100mila, mentre la maggior parte (384) ne ha tra mille e 5mila, confermando il fatto che è più difficile implementare il sistema quando le dimensioni crescono.

02 PP Tari Vigevano tappi

VALE LO SFORZO Il che non vuol dire che venga meno la convenienza, perché dove è stata introdotta ha determinato una riduzione dei chili di rifiuti prodotti, una diminuzione del numero di cestini svuotati – si disincentiva l’esposizione di sacchi e bidoni riempiti parzialmente – e un risparmio a livello di Tari, che risulta meno costosa per i cittadini. Proprio lo scorso ottobre Novara ha annunciato i primi sgravi per i quartieri in cui è partita: «Come avevamo annunciato – ha spiegato a NovaraToday l’assessore al Bilancio Silvana Moscatelli – l’avvio della raccolta puntuale, oltre ad avere un importante risvolto a livello ambientale, è determinante per ridurre i costi della Tari… Così nel 2021, i residenti di questi quartieri potranno beneficiare di una riduzione della tassa rifiuti, calcolata sui risparmi di spesa prodotti nel 2020». Si tratta per ora di un impatto limitato, tra il 4.9% e il 6.25%, ma ad esempio nel 2016 il comune di Ponte nelle Alpi vantava un -14.7% (circa 75€ per persona) a fronte di una media nazionale che certificava un +21%, con una riduzione dei costi di conferimento in discarica da 475mila a 40mila euro.

Tari Vigevano Giorgio Ghiringhelli
Ghiringhelli (Liuc)

UPGRADE A 360° Il passaggio alla tariffa puntuale ha una correlazione con migliori risultati nella raccolta differenziata, sempre secondo Ifel il 77.6% dei comuni che l’hanno adottata ha una percentuale superiore al 75%. E diminuisce la quota di spazzatura indifferenziata, tanto che il 73% delle città coinvolte ha una produzione annua di rsu inferiore ai 100kg/abitante e meno del 9% supera i 150kg/abitante. Una delle obiezioni che di solito si avanza è il rischio di un aumento del fenomeno degli abbandoni, anche se un dossier presentato nel 2016 da Giorgio Ghiringhelli – docente presso la facoltà di Ingegneria gestionale dell’università Liuc di Castellanza e titolare di Ars Ambiente srl, che si occupa di consulenza nella gestione dei rifiuti – ha sottolineato che si verifica più spesso una riduzione, considerando tra gli altri anche i dati di Abbiategrasso:

Appena introdotto il sistema di tariffazione – scrive – tendono a un aumento per poi prendere un andamento discendente fino al limite minimo di sistema

«In particolare – conclude – l’abbandono di rifiuto extra-urbano rimane costante con l’avvio della tariffa puntuale mentre sostanzialmente si azzera quello introno ai cassonetti».

ESEMPI Sono già pronti per essere studiati anche i modelli da adottare, si potrebbe guardare a Carpi (71mila abitanti) o Cremona (72mila), per citarne due. Senza scomodare Parma, che è appena stata eletta la città italiana con la migliore qualità della vita dall’indagine di Italia Oggi, risultato legato anche a una gestione efficiente della spazzatura, anche nel centro pavese di Torre d’Isola (2mila) è operativa da diversi anni.

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