Colombarone, quale futuro?

Tra francobolli dedicati alla Piazza Ducale ed eventi legati alla figura di Ludovico il Moro in Castello, a Vigevano c’è un solo edificio testimone dell’epoca a non godere nemmeno di un raggio di luce riflessa di questo nuovo interesse cittadino per l’età Sforzesca. Non sembrano esserci progetti imminenti per la valorizzazione del Colombarone, storica cascina realizzata dagli Sforza nel XV secolo e da tempo in disuso. Situato alla frazione Sforzesca, e fino a vent’anni fa utilizzato come abitazione, il Colombarone nell’ultimo decennio è stato citato dalle cronache locali quasi solo per episodi legati al degrado (come il furto dei pluviali in rame nel 2012, o il decadimento causa umidità degli affreschi appena restaurati nel 2017) o per avveniristici progetti (albergo etico, casa di riposo, centro studi) rimasti solo sulla carta. E dire che la Fondazione di Piacenza e Vigevano aveva accantonato 3 milioni di euro per un eventuale recupero, rimasti però nelle casse dell’ente per mancanza di progettualità: il bene, di proprietà del Comune, è riuscito a vivere solo in occasione di visite guidate organizzate di volta in volta dal Fai o da associazioni locali (come il Lions Club Vigevano Sforzesco nello scorso ottobre), che hanno messo in mostra un edificio sì maestoso, ma anche bisognoso di cure. A sollevare il tema, nel prossimo consiglio comunale, sarà il gruppo di minoranza del Polo Laico, che ha presentato un’interrogazione proprio per chiedere all’Amministrazione lumi sull’utilizzo dell’immobile. Il Colombarone dal 2010, concluse le trattative con Esselunga (la rilevazione e la successiva cessione al municipio facevano parte degli accordi per l’apertura dell’ipermercato), è entrato a far parte del patrimonio comunale divenendo un bene pubblico: «Un bene pubblico di cui prendersi cura, in quanto di rilevante valore non solo storico ma anche economico – è quanto sostiene il Polo Laico, che nel documento protocollato in Comune rimarca lo stato di incuria in cui versa la storica cascina e i provvedimenti che l’Amministrazione dovrebbe accollarsi – dal 2004 la materia del patrimonio culturale italiano è regolamentata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che definisce anche il ruolo degli enti territoriali nella gestione del patrimonio di loro proprietà. Tale Codice dispone che i Comuni possano destinare parte delle loro risorse per sostenere e tutelare la conservazione dei beni». Se il Comune abbia mai preso provvedimenti in tal senso è l’oggetto dell’interrogazione, che nel suo testo chiede «di quantificare le risorse finanziarie finora stanziate per il Colombarone nei bilanci comunali dal 2010 ad oggi», ma anche «di spiegare se la tutela, la valorizzazione e la conservazione del Colombarone, unitamente alla progettazione per il suo riuso siano obiettivi strategici della Amministrazione e in caso affermativo di illustrare la strategia che questa Amministrazione sta seguendo; di illustrare l’elenco completo degli interventi realizzati e in programma per garantire sia l’ordinaria manutenzione del Colombarone che la sua valorizzazione».

Alessio Facciolo

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