Denatalità / In vigore il Family Act, misure per genitorialità e congedi

Come si inverte la tendenza della denatalità e come si convincono le giovani coppie italiane a scegliere la genitorialità?

Rendendolo un sogno da realizzare e non un incubo che toglie il sonno, il lavoro, il tempo per vivere.

L’Italia è ancora il paese in cui un’imprenditrice ritiene importante precisare che le donne «io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa», cioè si sono sposate, sono diventate madri o hanno rinunciato definitivamente a esserlo. Niente distrazioni, «lavorano h24», una chiamata alla “missione” che non riguarda solo le donne, che trova ampia condivisione non solo tra i datori di lavoro, e che almeno Elisabetta Franchi ha avuto la franchezza di esprimere senza ipocrisia. Serve dunque una svolta culturale, dalla quale possano nascere politiche ad hoc, ed è per questo che sono nate iniziative come gli “Stati generali della natalità”; la seconda edizione ha permesso di rilevare che forse qualcosa sta iniziando a muoversi in questa direzione, a partire dall’Assegno unico universale – operativo da quest’anno – e dalla legge 32 del 2022, entrata in vigore lo scorso 12 maggio.

Denatalità - incubatrice

SPINTA DALL’ALTO Il primo ha permesso di mettere ordine in tutti i bonus e i contributi occasionali che erano erogati alle famiglie in maniera estemporanea e d’introdurre un Assegno, variabile da 50 a 175 euro in funzione dell’Isee e garantito a tutti i nuclei, per ciascun figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza e fino alla maggiore età oppure al compimento dei 21 anni in presenza di determinati requisiti – frequenza di una formazione professionale o di un corso di laurea, svolgimento di un tirocinio o del servizio civile, disoccupazione riconosciuta – o ancora senza limiti d’età in caso di figli disabili. Il “Family Act” dovrebbe avere un impatto ancora più duraturo e sistemico perché è una legge delega al Governo per la riforma delle misure a sostegno di educazione dei figli (art 2), dei congedi parentali e di paternità o maternità (art 3), per l’incentivo al lavoro femminile, alla condivisione della cura e all’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro (art 4), per il sostegno alla spesa familiare per la formazione della prole e il conseguimento dell’autonomia finanziaria dei giovani (art 5), per la promozione delle responsabilità familiari (art 6), iniziative da portare a termine nell’arco di dodici – gli articoli 2 e 6 – o ventiquattro mesi. Se le premesse contenute nell’impianto normativo dovessero essere mantenute si tratterebbe di una rivoluzione copernicana.

02 PP Denatalità 2022 - ministro famiglia Bonetti
il ministro della Famiglia Elena Bonetti agli Stati generali della natalità

NUOVO ORIZZONTE L’articolo 3 della legge consente di capire la portata del cambiamento che si vorrebbe introdurre. Innanzitutto il congedo parentale dovrebbe passare da 12 a 14 anni, essere esteso a lavoratori autonomi e liberi professionisti (che oggi ne sono esclusi), stabilire un periodo minimo di due mesi di congedo per ciascun figlio per ciascun genitore, non trasferibile all’altro, introdurre un periodo di congedo obbligatorio per il padre lavoratore nei primi mesi dalla nascita «di durata significativamente superiore rispetto a quella prevista a legislazione vigente» e anche per gli autonomi, favorire l’aumento dell’indennità obbligatoria per il congedo di maternità, prevedere l’uso di permessi per visite specialistiche anche per l’assistenza alla donna in stato di gravidanza, da usufruire «dal convivente» o «da un parente entro il secondo grado», e di altri di almeno cinque ore all’anno per i colloqui con gli insegnanti. L’articolo 4 aggiunge una rimodulazione delle decurtazioni per chi si assenta dal lavoro a causa della malattia del figlio e iniziative per l’emersione del lavoro domestico sommerso. «Il Family Act – ha dichiarato intervenendo agli Stati generali il ministro della Famiglia Elena Bonetti – investe in sostegno a maternità, paternità, genitorialità, non più un costo per le imprese, ma un investimento di valore».

Non è beneficenza, ma investire nel bene più grande del nostro paese: l’umanità

PP Denatalità 2022 - ministro istruzione Bianchi
il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi agli Stati generali della natalità

LUNGO LA CRESCITA Ecco allora che l’articolo 2 ipotizza forme di sostegno alle rette per «i servizi educativi dell’infanzia», pari anche allo «intero ammontare», una scelta coerente con quella di investire su materne e asili nido nel Pnrr. «Abbiamo investito negli asili nido laddove non ci sono – ha rimarcato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – perché stiamo creando le occasioni per lavorare e avere una propria vita, anche avendo dei figli». E per crescerli, cosicché all’articolo 5 si invita il Governo a prendere provvedimenti per prevedere detrazioni fiscali per i contratti di locazione per «figli maggiorenni iscritti a corsi universitari», agevolazioni per l’affitto o l’acquisto della prima casa «in favore di giovani coppie» under35, forme di accesso gratuito «a rappresentazioni teatrali e cinematografiche e altri spettacoli dal vivo, musei, mostre ed eventi culturali» e così via. Passando anche per gli investimenti nell’istruzione stabiliti nel Pnrr LINK: «Nella scuola – ha ricordato Bianchi – noi vediamo che dal 2021 al 2032 dovremmo avere 1.4 milioni di ragazzi in meno, con una distribuzione non uguale nel paese, più marcata nelle montagne e nelle periferie. Noi abbiamo deciso di mantenere tutte le risorse della scuola uguali proiettate al 2032, perché abbiamo fiducia di invertire la tendenza».

Giuseppe Del Signore

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