Elezioni / Lomellina “res nullius” preda del colonialismo politico

«A Vigevano vince il sì. Con il 68,5% delle preferenze, i cittadini ducali hanno scelto di privilegiare il risparmio – da quantificare quello effettivo –»

a discapito della rappresentanza, rinunciando alla prospettiva di avere parlamentari del territorio, già oggi quasi del tutto assenti in un Parlamento più ampio di quello che nasce con la vittoria dei sostenitori del taglio

«Il risultato è stato simile rispetto a quanto accaduto in Lomellina». L’Araldo lo scriveva quasi due anni fa, il 21 settembre 2020, all’indomani del referendum costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, che ha ridotto a 400 (di cui 8 dalla circoscrizione estero) e a 200 (4 da fuori Italia) il numero di deputati eletti rispettivamente alla Camera e al Senato. Non un vaticinio, ma l’analisi di numeri e rapporti di forza tra i tre territori della Provincia (pavese, Oltrepò, Lomellina), la quale indicava che la Lomellina sarebbe stata sacrificata.

PP Osservatorio 30-04 Draghi Parlamento veduta Camera

LISTE BLOCCATE Anche perché al ridimensionamento del Parlamento fa da contraltare una legge elettorale che consente di conoscere in partenza quali sono i collegi appetibili e quelli da evitare se si vuole essere eletti, affidando al contempo ai segretari del partito il controllo pressoché totale delle candidature. Soprattutto all’uninominale, la parte maggioritaria in cui conquista il seggio chi ha un voto in più degli avversari e tutti gli altri restano esclusi, ci sono quelli cosiddetti “blindati”, dove è praticamente certa l’elezione per chi è presentato dal centrodestra o dal centrosinistra a seconda dei casi, ma anche al proporzionale i giochi sono in gran parte fatti, perché a essere determinante non è l’eventuale autorevolezza del candidato, bensì la posizione occupata in lista. Non a caso il senatore uscente Alan Ferrari (Pd), al terzo posto su quattro, ha ammesso che si tratta di «una posizione che, molto probabilmente, non mi consentirà di essere eletto». Tornando all’uninominale, anche se gli sfidanti si sono detti convinti di poter ribaltare il pronostico, nel collegio che include la provincia di Pavia tanto alla Camera quanto al Senato la vittoria della coalizione di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati) è considerata certa nelle proiezioni dell’istituto Cattaneo.

SPARRING PARTNER Insomma i pavesi Alessandro Cattaneo (Fi) alla Camera e Gian Marco Centinaio (Lega) al Senato non dovrebbero avere problemi a prevalere, con i restanti contendenti ridotti al ruolo di sparring partner. A partire dagli unici tre lomellini in lizza: Emanuele Corsico Piccolini (Pd) e Iara Savoia (Unione Popolare, che candida inoltre Francesca Strinchis al proporzionale) alla Camera e Silvia Baldina (M5s) al Senato. Tralasciando le candidature di Unione Popolare, anche perché Savoia corre nel collegio lodigiano, il democratico e la pentastellata hanno accettato una “mission impossible” e hanno consentito ai loro partiti di non escludere del tutto la Lomellina, anche se si tratta di un’operazione di facciata. Le posizioni che potrebbero consegnare un seggio sono al proporzionale e sono occupate dai cosiddetti “paracadutati”, a eccezione del lodigiano Lorenzo Guerini. La Lega neppure ha provato a indicare un nome “di cortesia”, nonostante il territorio lomellino sia una sua roccaforte Marco Maggioni non è stato ricandidato. Si sussurra di posizioni di spicco alle regionali del 2023 – dove contano le preferenze – ma è tutto da verificare. Quanto alle politiche, gli altri partiti non pervenuti.

COLONIALISMO POLITICO Di fatto si ripete il copione di tutte le ultime tornate elettorali. Nessuna o quasi figura autoctona, nessun rapporto col territorio, i designati al più faranno una capatina per annotare istanze di cui si dimenticheranno al primo aereo o treno direzione Roma. Permane l’idea di una Lomellina “res nullius” di cui disporre a piacimento, in un vero e proprio colonialismo politico. In ciò le responsabilità della classe dirigente e dei cittadini lomellini non mancano, basti ricordare che al referendum per il taglio dei parlamentari il “sì” vinse con punte tra il 65 e il 74% dei votanti. Non stupisce essere ridotti a esotico spicchio della cartina geopolitica su cui campeggia la scritta “hic sunt leones”.

Giuseppe Del Signore

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