Beatificazione Cobianchi: conclusa la fase diocesana

Il nostro Vescovo ha fissato la chiusura dell’Inchiesta diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio Nerino Cobianchi per sabato 2 ottobre.
L’evento si terrà in Duomo con inizio alle ore 10, è di grande valenza ecclesiale, poiché dopo un anno e mezzo di intenso lavoro il tribunale ecclesiastico, nelle persone del delegato episcopale mons. Paolo Bonato, del promotore di Giustizia don Lorenzo Montini e del notaio Giovanni Paolo Rabai, ha raccolto le prove utili per operare un discernimento sulle virtù praticate da un fedele laico della nostra diocesi e sulla relativa fama di santità che gode presso il popolo di Dio. In ogni tempo e in ogni luogo, Dio sceglie alcuni battezzati che, seguendo Cristo più da vicino con l’esercizio eroico delle virtù, diano fulgida testimonianza del Regno dei cieli.

Da sempre, la Chiesa è attenta alla fama di santità dei suoi figli più fedeli, additandoli alla nostra devozione e imitazione, in modo che tutti noi, attratti dalla forza del loro esempio, siamo spinti con più entusiasmo sulla via della salvezza. Questa tappa significativa della causa è occasione propizia per un coinvolgimento dell’intera comunità diocesana, sacerdoti, parrocchie, associazioni e singoli fedeli, nella conoscenza sempre più diffusa e partecipata delle virtù del Servo di Dio Nerino Cobianchi. Una causa di beatificazione non è mai un arido iter procedurale, ma un pellegrinaggio di fede nella ricerca, nella meditazione e nella imitazione dell’eroismo virtuoso di uomini e donne, modelli di vita cristiana, che sono autentiche pagine di Vangelo vissuto. I Servi di Dio sono pepite preziose che, mediante il lavoro accurato di un processo canonico e di una rigorosa ricerca storica, vengono sottratte dall’oscurità della miniera per poter brillare e riflettere nella Chiesa lo splendore della verità e della carità di Cristo. Le tante cause di beatificazione in atto, e le numerose beatificazioni celebrate in questi anni, hanno questo significato: additano all’uomo di oggi modelli sempre nuovi ed attuali di santità, nei quali ognuno, con la sua storia, i suoi limiti ed i suoi slanci, può ritrovarsi. Essere santi significa fare la volontà di Dio momento per momento, così come Egli ce la indica attraverso le mozioni dello Spirito Santo che parla al nostro cuore.

Nerino ha cercato incessantemente la volontà di Dio, si è sforzato di capirla negli ostacoli frapposti al suo ardore apostolico e nelle contraddizioni degli eventi, di seguirla con slancio, nonostante i suoi limiti umani, di scorgerla in tanti atti di docile obbedienza e soprattutto di vederla nei poveri, nei bisognosi, nei sofferenti. Tutto faceva per compiere la volontà di Dio e per amore di Dio, sentiva questa urgenza di amare Dio in concreto; nella luce del suo amore per Dio così totale è la ragione del suo amore oblativo ed inesausto per il prossimo. Quando si studiano le virtù di un Servo di Dio, si parla di carità verso Dio e carità verso il prossimo; dalla prima scaturisce la seconda; sono le due facce dell’Amore come ci ha insegnato Gesù: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20). E in questa ottica di amore soprannaturale si è mosso anche l’amore di Nerino verso gli ultimi, gli scartati, gli affamati di pane, di dignità e di speranza.

In lui riconosciamo la figura di un fedele discepolo di Cristo la cui vita è stata mirabilmente segnata dal Vangelo della carità;

la sua non è stata un’opera unicamente sociale, né fu mosso da filantropia, ma dalla carità di Cristo. Un tratto particolarmente luminoso di Nerino è il suo abbandono fiducioso alla Provvidenza anche quando il cammino si faceva tortuoso, anche quando la missione appariva impossibile. La sua testimonianza può offrire a tutti, specialmente ai fedeli laici, un modello di dedizione evangelica nei confronti di quanti stazionano, scoraggiati, nelle periferie territoriali ed esistenziali.

La sua straordinaria testimonianza cristiana, emersa così nitidamente dall’inchiesta diocesana, è uno stimolo per noi, un invito sempre nuovo ad amare. Il Servo di Dio Nerino Cobianchi è una lanterna che non può stare sotto il tavolo dei nostri ricordi, ma va messa in alto, va donata per essere luce a quanti hanno sete di Dio. Con l’avvio della seconda fase della Causa di beatificazione, presso il competente Dicastero Vaticano, egli appartiene sempre più alla Chiesa, madre dei Santi.

Mons. Paolo Rizzi – postulatore

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