Coronavirus Vigevano / Meno positivi e ricoveri, contagi in frenata

I positivi sono di meno, i ricoveri nei reparti covid pure, i contagi rallentano.

L’unica eccezione è il numero di posti letto occupati in terapia intensiva in Lombardia, che aumenta per la seconda settimana di seguito (dati al 16-05).

Si tratta comunque di un incremento minimo, 2 pazienti in più pari a +5.3% rispetto a sette giorni fa, con numeri che restano sotto controllo e non destano allarme, anche perché i positivi diminuiscono del 7.5% e sono 132mila. A livello nazionale la direzione è la medesima, -11% e per la prima volta nel 2022 si scende al di sotto di un milione di casi attivi, circa 982mila.

IN PROVINCIA Anche a livello locale prevalgono i segnali di frenata e progressiva contrazione dell’epidemia. Rispetto alla scorsa settimana i contagi hanno accorciato il passo: +1.2% a Vigevano e Mortara, +1.4% a Gambolò, +0.8% a Garlasco, +1.6% a Pavia e una media provinciale pari a +1.4% leggermente superiore a quella regionale (+1.3%). Resta stabile il numero dei decessi, tanto in termini assoluti quanto in termini di crescita relativa, con 11 persone morte (+0.4%) che portano il totale delle vittime con diagnosi di Covid-19 a 3060. Il tasso è il medesimo della Lombardia e più basso di quello nazionale, +0.5% comunque in flessione rispetto alla precedente rilevazione.

IN CURA Per quanto riguarda quanti necessitano di assistenza medica, in Italia sono 7631 i ricoverati ordinari (-12.6%) e 353 quelli che si trovano in rianimazione (-2.8%), nel contesto lombardo sono rispettivamente 876 (-19.9%) e 40. Cifre che, considerando il tasso di occupazione dei posti letto, non preoccupano: in area critica si tratta del 4% di quelli disponibili italiani e del 2% di quelli lombardi, in area non critica del 12% e del 9%. Tuttavia anche l’Istituto superiore di sanità annota nel suo ultimo monitoraggio (11-05) la stasi dei pazienti gravi: «Si rileva una diminuzione del tasso di occupazione dei posti letto in area medica mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva è sostanzialmente stabile». Contro la forma severa della Covid-19 i vaccini si confermano efficaci, con un “effetto protettivo” generale dell’88.2% per chi ha fatto anche il richiamo, che sale al 92.1% per gli over80. Meno elevata, ma comunque significativa, la protezione dai contagi (75.4%) rispetto a chi non è vaccinato. Al momento essere più esposta all’infezione è la fascia d’età 10-19 anni, mentre quella meno esposta e quella 20-29 anni.

Gds

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