Ucraina / 60 posti in seminario a disposizione dei profughi

Il seminario vescovile di Vigevano metterà a disposizione fino a 60 posti per accogliere persone in fuga dall’Ucraina. E’ l’iniziativa fortemente voluta dal vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni, in collaborazione con la Caritas diocesana diretta da don Moreno Locatelli.

ATTO FORTE DI CARITA’ «Il vescovo ha chiesto un atto forte di carità concreta – spiega don Moreno – per coinvolgere in primis la comunità cristiana, ma non solo». Il periodo di permanenza in seminario di queste persone (quasi un migliaio in tutta la provincia di Pavia, e in gran parte donne con bambini) sarà di 15 o 20 giorni. «Insieme alla Croce Rossa e in collaborazione con Prefettura e Comuni, cercheremo di raccogliere i bisogni e di capire le necessità – spiega don Moreno – per mandare poi queste persone presso famiglie e parrocchie. Anche Casa Hanna metterà a disposizione sei o sette posti, e così pure la comunità di Santa Maria del Popolo.» L’accoglienza prevede vitto e alloggio, supporto nelle necessità concrete e nelle pratiche documentali, presenza di volontari anche di notte per eventuali arrivi e durante il giorno di volontari di origine ucraina per le traduzioni. «Si sottolinea – commenta don Locatelli – che questa accoglienza vuole essere un segno, non una risposta unica e totale all’emergenza che si sta presentando. Sarà necessario collaborare con i comuni e con tutti gli enti interessati. La prima accoglienza presso il seminario vescovile sarà totalmente a carico di Caritas diocesana.  Per ciò che concerne le accoglienze presso le comunità, si chiede di sollecitare la messa a disposizione gratuita di alloggi (non verranno corrisposti affitti) e la collaborazione tra più parrocchie di un medesimo vicariato o unità pastorale affinché si possano suddividere i costi legati alle utenze o ad altre spese. Caritas diocesana sosterrà le comunità attraverso gli operatori che già lavorano nei centri di accoglienza, coordinando le varie attività di supporto ordinario e straordinario (in caso vengano richieste), intervenendo a sostegno di alcuni costi, sebbene attualmente non si sia in grado di dire in quale entità, laddove le parrocchie attraversino delle difficoltà, e facendo da riferimento ai vari tavoli di coordinamento con gli enti pubblici e privati del territorio.

ESSERE COMUNITA’ Alla luce di questi aspetti, si invita a considerare con la massima attenzione la decisione ad aderire alla proposta, che rappresenta certamente un’importante occasione di «essere comunità»: ma è necessario accoglierla con la giusta consapevolezza. Ad oggi, infatti, non sappiamo quanto l’emergenza potrà durare e nemmeno il tipo di impegno che, nel tempo, essa comporterà. In particolare, vorremmo che le famiglie che hanno deciso di mettere a disposizione una stanza presso la propria abitazione riflettessero molto bene su questo gesto di grande generosità a cui corrisponde un altrettanto significativo impegno». Non vi sarà in alcun modo la possibilità di accogliere bambini soli; finora sono giunte prevalentemente mamme e nonne con bambini e alcune donne incinte. L’accoglienza di bambini soli (minori non accompagnati), nel caso si presentasse l’eventualità, dovrebbe prevedere una segnalazione ai servizi competenti e una conseguente collocazione in comunità per minori.

LA LOGICA DEL SEGNO «Nella logica del “segno” – aggiunge don Locatelli – si ricorda quanto sia importante pensare e realizzare un’accoglienza di comunità, magari di una sola famiglia al cui supporto collaborano le parrocchie, ma fatta bene: con un pensiero che supporti lo slancio emotivo, con una reale valutazione della sostenibilità – in termini di risorse umane oltre che economiche – e che sia reale testimonianza». Cosa accadrà nei prossimi giorni? «Si proseguirà la prima accoglienza fino all’esaurimento dei posti. Gli operatori di territorio contatteranno i parroci e faranno, insieme a loro, una valutazione delle disponibilità ricevute – di alloggi o in famiglia – che considerino soprattutto l’esistenza di una rete già attiva, o attivabile a breve, intorno alla famiglia che ha dato la disponibilità». Per domande o ulteriori informazioni è possibile mandare un’e-mail all’indirizzo segreno.it.                  

Davide Zardo 

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