L’emergenza in Lomellina / A Mede senza auto medica

L’auto medica sparisce dall’ospedale, ma le autorità sanitarie non informano il sindaco. È successo a Mede, dove il sindaco Giorgio Guardamagna così commenta l’accaduto: «Lo scorso 17 marzo mi è stata comunicata la chiusura del punto di primo intervento per l’emergenza in corso, che richiedeva la presenza di medici nei centri di assistenza ai pazienti Covid- 19, misura penalizzante ma, responsabilmente, accettabile, ed accettata. Quello che invece non è stato comunicato, e credo fosse invece ancor più importante, è che per la stessa motivazione è stato sospeso il servizio del mezzo di soccorso avanzato (auto medica) di stanza a Mede, che sopperiva in qualche modo la precedente chiusura del punto di primo intervento nelle ore notturne. Ciò significa che, da qualche giorno, non abbiamo questo ausilio disponibile e che, se vi fossero urgenze, non ne potremmo fruire, con le conseguenze che possiamo immaginare. Appresa la notizia, ho immediatamente scritto ad Asst ed Areu e ottenuto risposta da quest’ultima che, come prevedibile, ha giustificato la sospensione per la necessaria redistribuzione del personale infermieristico e medico nelle zone maggiormente colpite dall’epidemia. E’ stato garantito l’impegno al ripristino del servizio non appena sarà possibile. Mi auguro che si possa celermente tornare alla situazione pre-Covid, come promesso. Sarà mia cura mantenere viva questa nostra aspettativa presso le opportune sedi».

GARLASCO, APPELLO DEL SINDACO A Garlasco nei giorni scorsi il sindaco Pietro Francesco Farina ha diffuso un video su Facebook. «E’ il momento più difficile della mia amministrazione, perché non si capisce quanto tempo impiegheremo a uscire da questa situazione e quali sono le cose indispensabili da fare. Ci siamo attenuti alle disposizioni ministeriali e regionali. Abbiamo cercato di far applicare il decreto, e di dare la nostra disponibilità totale alle disposizioni». Poi un richiamo importante:

Dobbiamo, tutti assieme, cercare di stare a casa. Questo virus si sconfigge, secondo l’esperienza precedentemente fatta dai cinesi, solo se ognuno esce quando è obbligato farlo. Non è così impossibile trascorrere tre o quattro settimane con la famiglia. Se stiamo a casa rallentiamo i contagi, diamo meno pressione alle strutture ospedaliere, e sicuramente si arriverà a un periodo normale.

Quindi un ringraziamento a medici, infermieri, carabinieri e dipendenti comunali, sempre disponibili a dare informazioni ai cittadini. Infine i dati sul contagio: di 26 garlaschesi messi in isolamento, 14 usciti. Dei 19 ricoverati 3 purtroppo sono deceduti. «Oggi c’è necessità di capire che quando questo virus colpisce in modo secco, a volte non si riesce a guarire. Siamo fiduciosi che tutti assieme possiamo trovare un cammino che ci conduca alla normalità. Abbiamo anche il mondo scolastico che è in fermento, e alla fine ha bisogno di avere qualche certezza. I garlaschesi sono persone serie e laboriose, che hanno in mente la famiglia e il lavoro. Coraggio, tutti assieme usciremo da questo momento drammatico».

SANNAZZARO, POLEMICA SULLA SANIFICAZIONE A Sannazzaro è in corso una polemica sulla sanificazione della strade e dei luoghi pubblici. E’ il sindaco Roberto Zucca ad intervenire sulla sua pagina Facebook per fare un po’ di chiarezza dopo le prese di posizione di alcuni cittadini. «Ci tengo a sottolineare che il servizio di sanificazione strade per tutti i comuni della Lomellina è svolto da Clir con lo stesso preparato e con lo stesso criterio di spandimento seguendo indicazioni dettate da chi è competente. Nessuno è professore in materia di sanificazione e quindi ci si attiene a prescrizioni di chi è in grado di farlo». A tal proposito il primo cittadino di Sannazzaro evidenzia alcuni passaggi del parere dell’Istituto Superiore della Sanità, organismo di massimo livello e competenza: «In merito al lavaggio (pulizia con detergenti) e la disinfezione stradale e delle pavimentazioni urbane su larga scala, mentre si conferma l’opportunità di procedere alla ordinaria pulizia delle strade con saponi e detergenti convenzionali (assicurando tuttavia di evitare la produzione di polveri e aerosol) la disinfezione risulta invece una misura per la quale non è accertata l’utilità, in quanto non esiste alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione. Esistono invece chiare evidenze che la trasmissione dei Coronavirus avviene attraverso contatto stretto tra un soggetto suscettibile e un soggetto infetto o con superfici/oggetti contaminati nelle immediate vicinanze o usati da quest’ultimo».

s.c., d.z.

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