La quarta ondata inizia a defluire e i positivi sono in calo in Lombardia.
Nell’ultima settimana i casi attivi sono diminuiti del 17.3% scendendo da 545453 a 451170 e si è avuta anche una diminuzione dei ricoveri (dati al 24-01).
Nel contesto regionale si segnala l’inversione di tendenza, anche se questo non vale per il dato dei decessi, che è quello dotato della maggiore inerzia e che quindi impiega più tempo per variare il suo corso. In Italia sono morte 2484 persone in sette giorni (+1.8% contro il precedente +1.1%), in Lombardia 622 (+1.7% contro +0.9%), in provincia di Pavia 42 (+1.5% stabile), per un totale di 2772 vittime con diagnosi di Covid-19, cui occorre aggiungerne circa 550 stimate come eccesso di mortalità durante il 2020.
NEI NOSOCOMI Per quanto riguarda i ricoveri, sono 265 in terapia intensiva a livello regionale (-0.7%) e 1685 a livello nazionale (-1.9%), mentre nei reparti ordinari sono 3416 (-6.4%) e 19862 (+3.3%). Il tasso di occupazione arriva rispettivamente al 15% e al 17% in area critica e al 33% e al 30% in area non critica. Per la prima volta da tre mesi scende anche il tasso di positività ovvero il rapporto tra casi trovati e test eseguiti, che è pari al 15% in Lombardia e al 16.4% in Italia, comunque in entrambi i casi di molto al di sopra di quanto sarebbe necessario per poter effettuare il tracciamento dei casi, che di fatto è saltato ovunque.
NEI COMUNI A livello di singole città, Vigevano passa da +21.7% a +12.6% per i contagiati, Pavia da +18.9% a 12.2%, Mortara da +21.5% a +12.7%, Garlasco da +30.5% a +13.9%, Gambolò da +23.3% a +13.6%, Voghera da +24.2% a +11.5%, in altre parole ovunque sul territorio provinciale si assiste a un rallentamento dell’epidemia. Tromello resta il centro lomellino più colpito in rapporto alla popolazione, con un’incidenza di 251.1 casi ogni mille residenti e un incremento settimanale del 10% (in tutto 916 soggetti colpiti).
LA RILEVAZIONE Il report dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato in data 21 gennaio, offre una fotografia della situazione nell’ultimo periodo: «In crescita nell’ultima settimana – si legge – la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (24% vs 20% rilevato nella settimana precedente), verosimilmente per la riapertura delle scuole e la maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche. Nell’ultima settimana il 13% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 38% nella fascia d’età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni». Confermata la tendenza vede finire in ospedale di più chi non è vaccinato; il tasso di ospedalizzazione risulta «circa dieci volte più alto» per la degenza semplice, «circa ventuno volte più alto» per la rianimazione.
Giuseppe Del Signore